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in varii compartimenti il paradiso, fingendo in ognuno un gruppo di santi, e nella cupola, che parò è guasta dai ritocchi, l’eterno Padre. L’opera è dottissima, bene inventata e meglio composta. Superbe sono alcune figure, fra le quali merita particolar menzione l’angelo, che apparisce a san Matteo di amabile fisonomia, dolce, leggiero, che sembra volare veracemente. Peccato che vi trapeli anche in alcuni di quei beati spiriti l’affettazione francese. Dello stesso sonvi nel coro interno degli angeli cogli emblemi della passione, e le due gran tele laterali, che sotto alcune allegorìe le vittorie ricordano della Religione, ma esse son’ a olio, e in simil genere di dipintura egli non si dimostrò felice quanto a fresco. Gli stucchi sono di Abbondio Stazio da Como, venuto egli pure da Venezia. Dietro l’altare si ammira la tomba del beato Bertrando, ch’egli avea fatta scolpire per rinchiudervi l’ossa de’ santi Ermagora e Fortunato, de’ quali con rozzo stile è figurato il martirio, e che poscia servì per lui stesso1. Era questo monumento sepolcrale, pria della rinnovazione, per diversa maniera disposto2. La tomba, fra le altre cose venia soffulta da sei Cariatidi, le quali al presente si serbano oziose, e niun peso portanti, nel vicin coro jemale. I due grandi depositi, situati lateralmente, sono della famiglia Manina3. Gli stalli, che dissotto stannosi, uno coll’insegne patriar-

  1. Palladio historie p. 1. 349
  2. Vedi nei Bollandisti; Acta sanctorum Junii T. 1. pag. 178. Antverpiae 1639; in cui vi è la suddetta tomba incisa nel 1612. da Enrico Causè.
  3. Vedi le iscrizioni che si trovano nella Patria del Friuli 27.