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D’UDINE 19

decretato1. In queste stanze si custodiscono gli annali della città, i quali a noi cortesemente comunicati, hannoci sulle belle arti tutte quelle notizie somministrate, che diamo, e che demmo al pubblico. La residenza dei deputati, presentemente del podestà, è ornata di scelti dipinti dell’Amalteo, del Floriani e del Carneo, tolti già, come dicemmo, del castello. Ve n’ha uno eziandio di Gio: Battista Tiepolo in piccole proporzioni, condotto colla solita magia di colorito, che pone sott’occhio il Consiglio tenuto in Malta nell’occasione dell’istanza fatta dalla nobiltà di Udine, perchè fossero ammessi i titoli di lei a quell’Ordin cospicuo di cavalieri.

IL DUOMO

Volendo gli Udinesi nel 1366. erigere il duomo, scelsero ad architetto cotal Pietro Paolo da Venezia, artefice di gran credito, poichè fu necessaria la permissione del doge di lasciarnelo venire. Quello che tiene del singolare si è ch’essi chiesero, che il doge stesso, per loro di que’ tempi principe estero, si rendesse mallevadore dei patti da fermarsi infra loro e l’architettore2. Nel 1540. il patriarca Marino Grimani eccitò i deputati a rimodernar il coro, ch’era troppo ristretto. Giovanni da Udine ne formò allora il disegno, ma non soddisfece il genio dei deputati, i quali deliberarono invano di chiamare da Venezia il Sansovino in sua vece3. Quante pero a’ tempi

  1. Storia 106.
  2. Doc. VII. a
  3. Storia 119.