che qui altro non facciasi se non ricalcare quanto è già detto. Se del resto della provincia si trattasse soltanto, dove trovansi poche cose, ciò sarebbe vero. Ma non lo è assolutamente riguardo alla capitale, mentre altro è una storia, ed altro è una guida. Dovrà infatti l’amatore visitando, a cagion d’esempio, l’arcivescovado ed il duomo scorrere tutte le alfabetiche tavole, e farmarsene un’idea su quanto si è accennato staccatamente? Dove l’origine riscontrerassi delle sue fabbriche, dove sono nominate quelle pitture, che escluse dalla mia opera, domandano pure d’essere ammesse? Mi si replicherà, che questa guida necessaria, se vuolsi, è sempre una guida, e, che di qualunque città esse sieno, non sono in sostanza più, che compendiose e fredde scritture, da abbandonarsi a qualche penna mercenaria, e vulgare. Arida veramente è la materia, poichè chi scrive da un oggetto all’altro passando si mostra sempre staccato, privo d’interesse, e mancante del lenocinio dello stile. Senonchè suppone in esse un colpo d’occhio, dovendo far passare lo spettatore a traverso di cento svariati oggetti. Di quello ei non ricorda l’autore, perchè ignoto, questo accenna di volo, riservandosi a favellare da’ capi lavori, dimentica la patria, ne scopre le bellezze reali, ma francamente ne palesa i difetti, studiasi d’ispirare il buon gusto, e di ciò si fa scopo unicamente. Sono inoltre la guida un genere caratteristico, e proprio della sola Italia, conciossiachè dove non regnarono artisti, manca il subbietto. Le storie parlanti son desse delle città nostre. Dimostrano quanto sieno antiche, quai ne furono i lumi, le ricchezze, le costumanze, il carattere degli abitanti, le vicende politiche che hanno corso. Ris-