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Angolo in capo alla valletta ha il vago laghetto ombroso detto Co de lag (Capo di lago) popolato da trote, tinche, persico. Qui sono le vecchie magioni de’ Federici, e le case di que’ Laini che allo sbocco del Desso dal 1810 al 1813 fecero grandi lavori di ferro e ghisa per le artiglierie napoleoniche.

Antica via scendeva dalla Valle di Scalve ad Angolo, secondando il Desso, ma non mantenuta e rovinata da frane frequenti, era resa impraticabile ai veicoli. Onde gli Scalvini, soliti a frequentare il mercato di Pisogne, dove una piazza portava il loro nome, eran ridotti a ricevere la biada ed a scaricare il loro ferro solo per l’alto giogo di Castione a 1300 metri. Dal 1862 sui disegni dell’ingegnere Paolo Fiorini di Darfo, si prese a cavare la via attuale per 13 chilometri da Angolo al Desso, via che per l’orrido sublime riescì più pittoresca ancora che la rinomata Via Mala de’ Grigioni, tanto che si stimò pregio dell’opera il mandarne fotografia all’esposizione di Parigi del 1867. Per la via antica vi scendevano il ferro ed il rame cLe vi si coltivava dai tempi romani. Ivi nel monte Manina sono le miniere più copiose e buone di ferro spatico della Lombardia.


La Valle di Scalve è curiosa a vedersi come la Chamounie alle falde del Monte Bianco, quella delle