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pubblica di Valle Camonica, e che vi manteneva Curie governate da gastaldi investiti da’ suoi avvocati o scudieri.

I Romani punirono la resistenza camuna anche colle confische dì vasti beni, i quali, quando la Chiesa subentrò alla milizia ed al culto romano, passarono massimamente ad essa con diritti feudali di decime, di caccie, di pesche, di balzelli sui mercati, sui passaggi. I Franchi per sicurarsi della Valle, opposero Breno feudale alla romana Cividate, come i Goti avevano elevato Pavia contro Milano.

Quando nel secolo X ai Franchi subentrarono i Germani, e che il laicato nella Lombardia prese ad emanciparsi dai vescovi, ponendo loro ai fianchi feudatari imperiali e consoli popolari, anche la Valle Camonica tolse a riprendere governo proprio misto di feudale e popolare. A capo del feudale sorsero i Federici, famigla ghibellina già potente nel sec. XII, accentrata nelle castella di Motnecchio, Gorzone, Cem, Mu, i Griffi di Losine, gli Antonioli di Cimbergo. i nobili di Losio1, i Pellegrini di Cemmo, i Ronchi di Breno, i Celeri di Lovere. Pel favore dei quali passarono nella valle Federico Barbarossa nel 1158

  1. Questi nobili si dicono toscani migrati nella Valle Camonica per le fazioni, come di là vi si recarono per simile motivo a dimora i Donati, i Bonacorsi, i Malaguzzi, i Gualandi, i Sismondi, i Lanfranchi. I Capponi fermaronsi a Clusane sul lago.