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da Sarnico, dove piglia a scorrere l’Oglio e dove entra in lui un rigagnolo perenne, è la frazione chiamata Fus, nome che porta anche il sito di Pisogne, ove sono le fucine, e la frazione di Livem ove pure furono ferriere, e che rammenta pure il forno del ferro e le fucine che ci furono sino al 1600, alimentati dal minerale che si cavava poco lungi, a Viadanica, minerale pel quale nel 1300 si aprì forno fusorio anche ad Adrara S. Rocco. Ora sono abbandonate affatto quelle ferriere, ed a Sarnico cessarono eziandio le fornaci di calce e di mattoni che vi erano tre secoli sono. Invece vi si sviluppò la cava ed il lavoro della pietra arenaria che si prese a coltivare nel 1400, mentre prima trascuravasi quale poco resistente. Dal nome Fus s’appellò il canale estratto quivi dall’Oglio per la navigazione e per l’irrigazione, canale che va a Palazzolo e Rovato, e che si nominò già nel 1168 in sentenza de’ Rettori di Bergamo imponenti al conte Maifredo di Calepio la demolizione di molini sulla Fusia. Questo canale od era piccino, caduto, quando nel 1347 la repubblica di Brescia concesse a Cristoforo Oldofredi d’Iseo che lo scavasse nella forma attuale.

Sarnico ad onta della sua postura favorevole al commercio, anticamente era piccolo sito ecclissato dai pagi, indi plebati di Predore e di Calepio. Il conte di Calepio veniva con sua corte a rendere giustizia