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pericolosa e difficile e quanto bello stato e ricchezza e’ mettessi in sul tavoliere. Risolvendosi adunche mettere a effetto el loro pensiero, ed essendosene lo arcivescovo, secondo lo ordine, ito a Pisa, Franceschino a Firenze, Giovan Francesco da Tollentino se ne andò in Romagna nello stato del conte, e messer Lorenzo ne andò a Castello, ciascuno di loro due con ordine di venirne el di deputato con cavalli e fanterie verso Firenze.

Fatti questi preparamenti secondo e’ disegni loro, parti da Pisa d’aprile 1478 el cardinale di San Giorgio, fratello o vero nipote del conte Girolamo, che vi era a studio, non conscio per la etá di questo trattato, e sotto nome di andare a Roma, venne a alloggiare a Montughi al luogo di messer Iacopo de’ Pazzi; di poi, innanzi che entrassi in Firenze, sendo convitato da Lorenzo, andò a Fiesole a desinare al luogo suo; e fu el consiglio de’ congiurati dare quivi effetto a tanta opera, ma non eseguirno, rispetto che Giuliano, sentendosi indisposto, non vi venne. Differirono adunche per a Firenze, dove entrato el cardinale, ed avendo la domenica mattina a di.a desinare con Lorenzo, parve loro non fussi tempo farla in casa di Lorenzo, dubitando che Giuliano non vi mangierebbe, e presono partito per la mattina alla messa, in Santa Liperata che si ordinava cantare solenne, e dove non facevono dubio s’aveva a trovare Lorenzo e Giuliano.

Venne adunche el cardinale alla messa, accompagnato dall’arcivescovo Salviate, da Giovan Batista da Montesecco condottare del conte e che era quivi per quella opera, e da molti perugini, tutti venuti a quello effetto; e come el prete che cantava la messa si communicò, subito, come era dato lo ordine ed el segno, Franceschino de’ Pazzi che andava per chiesa a braccia con Giuliano, l’assaltò ed amazzollo. Da altro canto un ser Stefano cancelliere di messer Iacopo con alcuni altri (1) [Il ms. ha Liberat a, ma l’A. altre volte corresse questa forma in quella Imperata da lui usata sempre, sicché è da ritenere che qui dimenticasse di correg-