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si trattassi segretissimamente, e nelle conietture è molto facile lo ingannarsi; e massime che chi lo crede non si muove per altro, se non perché questa morte, per le cagione sopradette, fu riputata utile al duca; pure può essere stato vero, ed io per me non ne fo giudicio in parte alcuna.

Cominciorono in questi tempi medesimi a scoprirsi nuove divisione nella cittá, che furono massime causate dalla ambizione di messer Dietisalvi di Nerone; el quale, sendo uomo astutissimo ricchissimo e di grande credito, non contento allo stato e riputazione grande aveva, si congiunse con messer Agnolo Acciaiuoli, uomo anche egli di grande autoritá, disegnando volere tórre lo stato a Piero di Cosimo. E parendo loro che messer Luca Pitti, pel seguito aveva, fussi buono instrumento, entratigli sotto, gli persuasono farlo capo della cittá, disposti però fra loro, secondo si dice, sbattuto che avessino Piero, tórre anche lo stato a messer Luca; il che giudicavano facile per non essere lui uomo che valessi. E per dare principio a questi disegni, messono innanzi che le borse si serrassino, cioè che la signoria ed e’ magistrati si traessino a sorte e non per elezione; il che fu consentito da Piero, perché la cosa piaceva tanto al popolo, che come era proposta, chi non l’avessi consentita s’arebbe tirato addosso troppo carico. Sendo di poi tratto gonfaloniere di giustizia Niccolò Soderini che era de’ loro seguaci, tentorono levare via el consiglio de) Cento, che disponeva di tutte le cose importante della cittá. A che Piero e gli amici sua, che ne erano massime capi messer Tommaso Soderini, messer Luigi ed Iacopo Guicciardini, messer Antonio Ridolfi, messer Otto Niccolini ed altri simili, si opposono alla scoperta e finalmente la impedirono. Tentoronsi ancora per questo gonfaloniere molte altre cose contro allo stato di Piero, e stette la cittá, mentre che durò quello magistrato, molto alterata; ma sendo uscito, parve le cose quietassino un poco.

Successe a fine di detto anno 1465 la morte del duca Francesco, e successe nello stato Galeazzo suo primogenito, el quale, sendo in Francia a’ favori del re Luigi che guerreg-