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una gravezza ingiusta e disonesta ed in grandissimo danno di coloro che avevano entrata di possessione. Erasi doppo el 94 posta, per uno magistrato deputato a ciò, una decima universale a tutti e’ beni de’ secolari, ed erasi usata qualche anno, ponendone secondo e’ casi che occorrevano, una, dua o tre per volta; ma perché questa decima gittava poco, chi era trovatore di gravezze nuove ordinò in detto tempo che vi si facessi su una scala in su quegli che pagavano di decima da cinque ducati in su, e di cinque ducati in cinque si multiplieassi, in modo che quando si poneva una decima, chi aveva di entrata cinquanta ducati gli toccava a pagare cinque ducati ^olo, chi n’aveva trecento, gliene sarebbe tocco da ottanta o cento; in modo che dove quello pagava uno decimo della entrata sua, questo altro ne pagava uno quarto o uno terzo, e chiamavasi decima scalata. Di modo che ponendosi l’anno tre o quattro di queste decime, chi aveva di entrata ducati cinquanta pagava uno terzo o un quarto della entrata sua; chi n’aveva trecento, pagava tutta la entrata sua; e multiplicandosi proporzionabilmente, chi aveva di entrata cinquecento o seicento ducati, pagava l’anno una volta e mezzo o dua la entrata sua.

Questo modo cosi proposto, benché fussi ingiustissimo e di danno al publico. perché gli è utilitá della cittá manteneri" le ricchezze, pure pensando ognuno alle commoditá sua, aveva favore assai; principalmente tutti e’ poveri, avendo a avere una gravezza, volevano piú tosto questa che una altra, perché la gli offendeva poco; tutti coloro che erano ricchi di danari la favorivano, perché la non gli percoteva; restavano solo quegli avevano molte possessioni, e’ quali erano pochi; e se alcuno altro, se ne ritraeva per la disonestá della cosa. Messasi a partito in consiglio e non si vincendo le prime volte, vi parlò su Luigi Scarlatti che era di collegio, molto vivamente, mostrando che egli era ragionevole che chi aveva piú ricchezze sentissi piú e’ carichi della cittá, soggiugnendo che se e’ si dolevano che questa gravezza gli impoverissi, che e’ gli scemassino le spese; e se non potevano tenere cavalli