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II. Governo di Piero di Cosimo. — Iacopo Piccinino ucciso a Napoli. — Diotisalvi Neroni e Luca Pitti. — Morte di Francesco Storia. — Congiura contro Piero de’ Medici. — Lega di Firenze, Milano e Napoli. — Campagna del Colleoni. — Morte di Piero. Morto Cosimo, rimase capo dello stato Piero suo figliuolo, el quale non ebbe quella prudenzia e laudabili parte aveva avuto el padre; nondimeno fu di buona natura e clementissimo, ed ebbono apresso a lui buono essere e’ cittadini dello stato, perché oltre alla buona natura, sendo lui molto impedito e quasi perduto di gotte, si lasciava quasi governare; di che alcuni usurporono tanta autoritá, che furono per tòrgli lo stato, come di sotto si dirá.

Mori etiam in quel tempo, nel 1469, papa Pio, e fu eletto in luogo suo Pagolo, di nazione veneto, di casa Barbo, che si dimostrò nel principio molto favorevole ed affezionato alle cose della cittá. La quale buona disposizione fu per interrompersi, perché, sendo morto in levante contro a’ turchi el cardinale camarlingo e patriarca di Aquileia, el quale era ricchissimo ed aveva in Firenze grandissima somma di gioie, danari ed altro mobile, ed avendo lasciato per testamento queste sue facultá a certi degli Scarampi, de’ quali era uno genero di Luigi Pitti fratello di messer Luca, e volendo el papa questo tesoro come cosa ecclesiastica, la potenzia di messer Luca era tale che per beneficio di questo suo parente