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pratica di accordo che era nelle mani del duca; ed a Milano fu eletto imbasciadore, per meglio risolvere le cose nostre con quello principe, el vescovo de’ Soderini, benché vi fussi ancora oratore per stanza messer Francesco Pepi; e di poi desiderandosi la espugnazione di Bibbiena, si disegnò mandare in campo due commessari di riputazione, e’ quali intendessino quel bisognava a quella impresa e la riscaldassino tanto che se ne venissi al fine; e cosi furono eletti Giovan Batista Ridoifi e Paolantonio Soderini. Ma pochi di poi, riscaldando la pratica di Ferrara, ed avendo el duca grande intenzione da’ viniziani della conclusione e volendo per piú facilitarla transferirsi a Vinegia, richiese gii fussino mandati imbasciadori con mandati pieni; e però vi furono eletti Giovan Batista Ridoifi e Paolantonio Soderini, e per sottoimbasciadore Alessandro di Donato Acciaiuoli, e per scambio loro in Casentino Antonio Canigiani e Lorenzo di Pierfrancesco; e la medesima sera fu fatto a Roma imbasciadore stanziale messer Antonio Malegonnelle, e per sottoimbasciadore Ruberto di Donato Acciaiuoli. Ed innanzi gli imbasciadori partissino per Vinegia e Ferrara, intendendosi per lettere di Francia come l’accordo nostro si strigneva col re, e che e’ viniziani pareva avessino rotto, sopravenne subito nuove, fuora della opinione di tutti, essersi fatto accordo e lega tra el re di Francia, papa e viniziani, e come e’ viniziani si obligavano a dare al re certa somma di danari, ed e converso acquistandosi lo stato di Milano, avevano a avere Cremona con tutto el cremonese e la Ghiaradadda, benché queste condizioni furono da principio segretissime.

Alterossi la cittá assai per questa nuova, ma molto piú si alterò e sbigottí el duca, parendogli avere gran carestia di partiti; nondimeno disposto a non si abbandonare, mandò subito per le poste a Firenze messer Galeazzo Visconti, gentiluomo di Milano ed apresso a lui di grande autoritá, a intendere donde procedeva la tarditá delle cose di Bibbiena e sollecitare el capitano e gli uomini sua volessino una volta tirarla a fine, a confortare la cittá che per ogni caso stessi