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vi si trovava almeno uno numero di mille uomini; e perché in palagio non era luogo capace di tanto popolo, si ordinò si facessi a detto effetto una sala grande sopra la dogana, la quale insino a tanto fussi fatta, tutti gli abili al consiglio non erano del consiglio, ma solo mille uomini per volta, che si traevano a sorte della borsa generale per tempo di quattro ovvero sei mesi.

Vinta la provisione ed ordinato el consiglio, seguitando nel predicare, e mostrando che Dio aveva fatto misericordia alla cittá e cavatola delle mani di uno re potentissimo, e che cosi si voleva fare in verso a’ cittadini dello stato vecchio, per usare clemenzia e per mantenere la cittá in quiete confortò si facessi una provisione, che si perdonassino tutte le cose apartenente allo stato, fatte innanzi alla cacciata di Piero, e si facessi pace ed unione de’ cittadini; ed inoltre perché ognuno piú sicuramente si potessi godere el suo ed allora ed in futunon, e non fussi in potestá di sei signori perturbare a sua posta la cittá e cacciare ed amazzare e’ cittadini a arbitrio loro, come si era fatto in molti tempi passati, e con questo mezzo fare Grandi, si levassi tanta autoritá alle sei fave, e si disponessi che ogni volta che uno cittadino fussi per conto di stato condennato in qualunque pena o dalla signoria o da altri magistrati, potessi appellare al consiglio grande; e che quello magistrato che non ammetteva tale appellazione, fussi incorso in quella medesima pena che era colui che appellava. Ebbono queste provisione da molti uomini di autoritá repugnanzia grande, e finalmente, doppo contradizione di piú di, si messono a partito in consiglio e largamente si ottennono, parendo che ogni cosa introdotta da lui avessi maggiore forza che umana.

Assettate cosi per allora le cose della cittá, e’ dieci, fatte condotte e cosi posto uno balzello, avviorono le gente nostre in quello de’ pisani, e’ quali ostinatamente stavano rebelli; sendo condottieri nostri di piú autoritá messer Francesco Secco, el conte Rinuccio da Marciano e messer Ercole Bentivogli, e commessario Piero Capponi; e’ quali presono Palaia,