Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/11


capitolo primo 5

si trassono a sorte, ma si eleggevano dagli accopiatori a modo suo; e quando era a tempo de’ cinque anni che durava la balía, faceva prorogare quelle autoritá per altri cinque anni.

Ebbe sopratutto cura che nessuno di quegli cittadini che erano stati sua fautori non si facessi si grande che lui avessi da temerne, e per questo rispetto teneva sempre le mani in sulla signoria ed in sulle gravezze, per potere esaltare e deprimere chi gli paressi; nelle altre cose e’ cittadini avevono piú autorità e disponevano più a loro modo che non feciono poi a tempo di Lorenzo, e lui dava volentieri loro ogni larghezza pure che fussi bene sicuro dello stato. E parendogli che Neri di Gino avessi più riputazione e forse più cervello che alcuno altro cittadino di Firenze, dubitando non pigliassi tanto credito che avessi da temerne, lo adoperava più che alcuno altro in tutte le cose importanti della cittá drento e fuori; e nondimeno cominciò a dare credito a Luca Pitti, el quale non era valente uomo, ma vivo liberale animoso e più servente e per gli amici che alcuno altro che fussi a Firenze, e così uomo da fargli fare ogni cosa sanza rispetto, e non di tal cervello che gli paressi avere da temerne. Cominciò costui molte volte nelle pratiche, massime quando le cose non erano di molta importanza, quando Neri aveva parlato, a dire tutto el contrario di quello che aveva consigliato Neri, e quivi per ordine di Cosimo erano molti che riprovavano el parere di Neri ed approvavano quello di Luca; di che accorgendosi Neri e vedendo lo stato di Cosimo in modo da non potere alterarlo e che volendo rompere con lui sarebbe come dare del capo nel muro, sendo savissimo, mostrava non vedere ed aveva pazienzia aspettando tempo ed occasione.

Era in quello tempo Baldaccio d’Anghiari capitano di fanterie, uomo di grande animo e valente nel mestiero suo e di grande credito apresso a’ soldati e molto stretto ed intrinseco amico di Neri; di che temendo Cosimo, e volendo levare a Neri questo instrumento attissimo a fare novitá, aspettando che Neri fussi fuora di Firenze o imbasciadore o commessario, fece che messer Bartolomeo Orlandini gonfaloniere di