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libro decimosettimo - cap. xi 69

portò perdere l’occasione che si aveva, forse, di sforzare Milano; perché nella gente che vi era dentro erano sopravenute tante infermitá che, bastando con difficoltá quegli che erano sani a fare le fazioni e le guardie ordinarie, fu giudicio di molti, e degli imperiali medesimi, che se in quel tempo fussino stati travagliati strettamente portavano pericolo grande di non si perdere.

Ma maggiore e piú certa occasione era anche quella di pigliare Genova. Perché essendo l’armata viniziana congiunta con quella del pontefice a Civitavecchia, e di poi fermatesi nel porto di Livorno per aspettare l’armata franzese, la quale con sedici galee quattro galeoni e quattro altri navili, condotta nella riviera di ponente, aveva, per accordo anzi per volontá della cittá, ottenuta Savona e tutta la riviera di ponente, e presi dipoi piú navili carichi di grano che andavano a Genova, passò a Livorno a unirsi con l’altre. Erasi anche deliberato che, a spese comuni de’ collegati, si armassino nel porto di Marsilia dodici navi grosse, o per assaltare, secondo il consiglio di Pietro Navarra, insieme con le galee franzesi, l’armata la quale si preparava nel porto di Cartagenia, o almeno per rincontrarla nel mare. Dove fatta vela le tre armate, a’ ventinove di agosto, si fermorono l’ecclesiastica e la viniziana a Portofino, la franzese ritornò a Savona; donde senza contrasto, scorrendo tutti i mari, strignevano in modo Genova, dove era mancamento di vettovaglie, che non potendo entrarvi piú per mare cosa alcuna non è dubbio che, se si fusse mandato qualche numero di gente per la via di terra a impedire quello che era solo il loro rifugio, bisognava che Genova s’accordasse: né i capitani delle armate, ora con lettere ora con messi propri, facevano instanza di altro; chiedendo che almanco si mandassino per la via di terra quattromila fanti. Ma né del campo di Cremona si poteva levare gente, e parendo al duca e agli altri pericoloso il diminuire l’esercito che era a Milano, si intrattenevano con la speranza che, spedita Cremona, si manderebbe una banda di gente sufficiente.