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nota 327

d’Italia di M. Francesco Guicciardini Gentiluomo Fiorentino Libri XX. Friburgo [ma Firenze, Gaetano Cambiagi] appresso Michele Kluch, MDCCLXXIV—LXXVI. L’edizione comprende, per la prima volta, tutti i passi soppressi dalla censura e mancanti nell’editio princeps (due di essi però, cioè quello riguardante Lucrezia Borgia e l’altro intorno all’origine del potere temporale dei papi, erano giá apparsi in un’edizione di Iacopo Stoer a Ginevra nel 1621)1, e l’editore appunto perciò ricorse alla finzione della stampa a Friburgo anziché a Firenze, ed espose i criteri seguiti, in una supposta lettera inviata a un supposto Kluch da un suo corrispondente N. N. da Firenze. Ricorda in essa come per l’edizione del Torrentino il testo sia stato manomesso per opera «di Bartolomeo Concino, celebre segretario del Duca Cosimo I, che diresse quella edizione, e che per servire alle circostanze dei tempi, e forse al genio e alle vedute politiche del Duca suo Padrone, lasciati inediti molti considerabilissimi squarci di queste storie, fecevi di proprio talento assai notabili variazioni». Il testo della «Storia», si dice in questa lettera stessa, fu «pazientemente collazionato, e confrontato parola per parola» col codice Mediceo Palatino dal canonico Bonso Pio Bonsi, non essendogli stato possibile di consultare nella casa Guicciardini l’esemplare donde tale codice era stato trascritto.

E sullo stesso codice fu condotta quella del 1818—1819: «Delle

  1. Occorre però notare che questi stessi due luoghi erano giá stati stampati dapprima a sé nel 1569, sotto il titolo: «Francisci Guicciardini: Loci duo, ob rerum quas continent gravitatem cognitione dignissimi, qui ex ipsius Historiarum libris tcrtio et quarto, dolo maio detracti, in exemplaribus hactenus impressis non leguntur. — Basileae» [s. a. et s. n. t.]; e poi ancora nel 1602 con altri scritti tutti di carattere antipapale: «Francisci Guicciardini Patricii fiorentini loci duo, ob rerum, quas continent, gravitatem cognitione dignissimi: qui ex ipsius Historiarum libris III. et IIII. dolo male detracti, in exemplaribus hactenus impressis non leguntur. Nunc tandem ab interitu vindicati, et Latine Italice Galliceque editi. Scorsum accesserunt Francisci Petrarchae Fiorentini Canonici Patavini et Archidiaconi Parmensis, viri omnium sui temporis doctissimi, Epistolae XVI. — Quibus piane testatum reliquit, quid de Pontificatu, et de Rom. Curia senserit — Item, pontificia Maximi Clementis VIII, anno MDXCVIII. Ferrariam petentis et ingredientis Apparatus et Pompa [Auctore A. Rocca], — Luc. 12 Nihil occultum quod non reveletur. — S. l. et s. t. — [Genevae?] Anno MDCII». È questa la prima pubblicazione contenente passi della Storia del Guicciardini condannata dall’autoritá ecclesiastica (Decr. S. Off. 21 iul. 1603). Fu poi condannata dall’autoritá ecclesiastica l’edizione dello Stoer (Decr. 7 ian. 1627). I «due luoghi» sopra accennati erano poi stati stampati anche nel 1609a Francofurti.