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Guicciardini ce ne dá la ragione nella dedica, che crediamo bene riportare integralmente.

«All’Illustrissimo, et Eccellentissimo Sig. il Signor Cosimo Medici, Duca di Firenze, et di Siena, Signore, et Padrone nostro osservandissimo.

Noi habbiamo finalmente Illustrissimo, et Eccellentissimo Principe, risoluto di mandare in luce l’historia delle cose accadute in Italia dalla passata di Carlo VIII Re di Francia insino all’anno M.D.XXVI, scritta da M. Francesco Guicciardini nostro zio: parendoci nostro debito sadisfare al comune desiderio, et alla gloria di cosí grave, et giudizioso scrittore, non potendo ella piú lungamente tollerare che tale opera stesse sepolta, per la quale si può facilmente sperare che il nome suo habbia a essere perpetuamente celebrato: et ancora che al presente non sia nostra intenzione lodare, o l’autore, o l’historia scritta da lui, perché l’uno, et l’altro di questi si faranno per se stessi conoscere chiaramente, non lascieremo però di dire che quelle leggi, che si devono nella historia principalmente osservare, considerata l’opera, et la vita dell’autore, essersi da quello inviolabilmente osservate, approvando ciascuno di quei che lo conobbero, lui essere stato non solo prudente, ma sincero, et buono, dalle quali virtú è lontano ogni sospetto di gratia, o d’amore, d’odio, o di premio, o di qualunque altro si voglia humano affetto, che possa avere forza di torcere dal vero l’animo de gli scrittori: onde si può fermamente credere le cose scritte da lui essere vere, et cosí seguite come elle si contano: perché rari sono stati quegli in questi tempi, a quali si sia porta maggiore comoditá di sapere il vero delle cose che a lui, il quale, essendo nella sua Cittá nato nobile, et dedicatosi da’ primi anni suoi a gli studii delle lettere, et conosciuto da molti insino dal principio della sua giovanezza attissimo a trattare cose grandi, et honorate, fu adoperato da suoi cittadini molto per tempo in faccende di gran momento, dove crescendo in lui insieme con l’etá il giudizio, et il sapere, fu da potentissimi Principi con somma autoritá proposto a grandissimi eserciti, a governi di Terre, et amministrationi di Provincie, et in somma quasi per tutta la vita sua in cose grandissime, et gravissime esercitato: laonde, et per haverne egli trattate assai, et essere intervenuto dove le piú si trattavano, gli è stato facile venire alla cognizione di molte cose, che a infiniti altri sono state nascose: oltre a che egli fu diligentissimo investigatore delle memorie publiche non solo di questa Cittá, dove se ne tiene diligente cura, ma ancora di molti altri luoghi, donde per la sua autoritá, et riputatione potette ottenere quanto volle. Essendo addunque stata tale et la volontá, et la comoditá di M. Francesco possiamo credere che questa opera habbia havuto tutto quello se gli aspettava, massimamente che egli molto tempo innanzi intento a questo fine, a quello con tutto l’animo si preparava. Hora che le cose scritte da lui sieno da essere stimate molto non fa mestiero che noi altrimenti dimostriamo, perché chi è quello che