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libro decimonono - cap. xvi 281

di Saminiato; e all’incontro, per offenderlo, furono piantati nell’orto di Saminiato quattro cannoni in su uno cavaliere. Arrenderonsi subito al principe le terre di Colle e di San Gimignano, luoghi importanti per facilitare le vettovaglie che venivano da Siena. Piantò, a’ ventinove, Oranges in su uno bastione del Giramonte quattro cannoni al campanile di Saminiato per abbatterlo, perché da uno sagro che vi era piantato era molto danneggiato l’esercito; e in poche ore se ne roppeno due. Però, avendo il dí seguente condotto un altro, tratti che vi ebbeno invano circa cento cinquanta colpi, né potuto levarne il sagro, si astenneno dal tirarvi piú. E considerandosi per tutti la oppugnazione di Firenze, massime da uno esercito solo, essere difficillima, cominciorono le fazioni a procedere lentamente, piú tosto con scaramuccie che con maniera di oppugnazione. Fecesi, a’ due di novembre, una grossa scaramuccia al bastione di San Giorgio e a quello di San Niccolò e della strada Romana; e a’ quattro fu piantata in su il Giramonte una colubrina al palazzo de’ signori, che al primo colpo si aperse. E a’ sette, i cavalli che erano dentro scorseno in Valdipesa, e preseno cento cavalli la piú parte utili; e cavalli e archibusieri, usciti dal Pontedera, preseno sessanta cavalli, tra le Capanne e la torre di San Romano.


XVI

Il pontefice e Cesare a Bologna. Accordi per continuare l’impresa contro Firenze. La questione di Modena e di Reggio. Discussioni per la pace coi veneziani e per il perdono di Cesare a Francesco Sforza. Continuazione della guerra in Lombardia. Pace di Cesare col duca di Milano e coi veneziani.

Nel quale tempo essendo giunto il pontefice a Bologna, Cesare, secondo l’uso de’ príncipi grandi, vi venne dopo lui; perché è costume che, quando due príncipi hanno a convenirsi, quello di piú degnitá si presenta prima al luogo diputato, giudicandosi segno di riverenza che quello che è inferiore vadi