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modo la cittá di Perugia e per desiderio che l’esercito procedesse piú innanzi, offeriva a Malatesta che, uscendosi di Perugia, gli conserverebbe gli stati e beni suoi propri, consentirebbe che liberamente andasse alla difesa de’ fiorentini, e si obligherebbe che Braccio e Sforza Baglioni e gli altri inimici suoi non rientrassino in Perugia: e benché Malatesta affermasse non volere accettare partito alcuno senza consentimento de’ fiorentini nondimeno udiva continuamente le imbasciate del principe, il quale poiché aveva acquistato Spelle gli faceva maggiore instanza. Comunicava queste cose Malatesta a’ fiorentini: inclinato senza dubbio alla concordia, perché temeva alla fine del successo, e forse che i fiorentini non continuassino in porgergli tutti gli aiuti desiderava; e quando avesse ad accordare non sperava potere trovare accordo con migliori condizioni di quelle che gli erano proposte; stimando molto meglio che, senza offendere il pontefice e dargli causa di privarlo de’ beni e delle terre che se gli preservavano, gli restasse la condotta de’ fiorentini che, col volersi difendere, mettere in pericolo lo stato presente e le condizioni tollerabili che poteva avere dello esilio, e farsi esosi gli amici suoi e tutta la terra. Perseverava però sempre in dire di non volere accordare senza loro, ma soggiugnendo che volendo difendere Perugia era necessario che i fiorentini vi mandassino di nuovo mille fanti, e che il resto delle genti loro facesse testa all’Orsaia, lontana cinque miglia da Cortona, ne’ confini del cortonese e perugino (il che non potevano fare senza sfornire tutte le terre), e nondimeno luogo sí debole che era necessario si ritirassino a ogni movimento degli inimici. Dimostrava che se non si accordava, e il principe, lasciata indietro Perugia, pigliasse il cammino di Firenze, sarebbe necessario gli lasciassino in Perugia mille fanti vivi e anche non basterebbeno, perché il pontefice potrebbe travagliarla con altre forze che con le genti imperiali; ma che accordando, i fiorentini ritirerebbeno a sé tutti i loro fanti, e lo seguiterebbeno anche dugento o trecento uomini de’ suoi eletti; e che restandogli gli stati e beni suoi, ed esclusi gli inimici di Perugia, attenderebbe