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cinquecento uomini e molti guastatori, e rotti tre pezzi di artiglieria; e si discostò uno miglio e mezzo: perché i viniziani, usciti fuora, scorseno tutti i bastioni suoi, ammazzando piú di cento uomini; e l’artiglieria della terra gli danneggiava assai, e avevano assicurato il porto con uno bastione fatto in su il lito a rincontro del suo. E perché i viniziani non bastavano a guardare quello e l’altre terre, Renzo aveva mandato gente a Monopoli; e una delle due galee loro che andavano a Monopoli con fanti e vettovaglie si roppe in porto.

Accostossi di nuovo il Guasto a Monopoli (dove era Cammillo Orsino e Giovanni Vitturio proveditore), dove faceva due cavalieri per battere per di dentro, e trincee per condursi in su’ fossi e riempiergli con seicento carra di fascine (ma poco poi, usciti di Monopoli dugento fanti, abbruciorno il bastione o cavaliere di mezzo); e accostatosi con una trincea al diritto della batteria, e fatta una altra trincea al diritto degli alloggiamenti spagnuoli, lontana al fosso uno tiro di mano, e dietro a quella fortificato uno bastione, vi piantò su l’artiglieria, e batté sessanta braccia di muro, a quattro braccia da terra vel circa. Ma inteso che la notte vi era entrato Melfi, con genti mandate da Renzo, ritirò l’artiglieria; e finalmente, essendo la fine di maggio, ne levò il campo.

Seguitorono, e mentre stava il campo a Monopoli e dopo la ritirata, varie fazioni e movimenti; perché e quegli di Barletta facevano prede e danni grandissimi e i fanti che erano nel monte di Santo Angelo, de’ quali era capo Federico Caraffa, presono San Severo e, soccorsa la terra di Vico, costrinsono gli imperiali a levarne il campo. Andò poi il Caraffa per mare con ventisei vele a Lanciano, dove erano alloggiati cento sessanta uomini d’arme; ed entratovi per forza ne menò trecento cavalli da fazione e molta preda, non vi lasciato alcuno presidio. Facevano anche molti fuorusciti danni grandissimi in Basilicata. Per le quali difficoltá si impediva molto agli imperiali l’esigere le imposizioni: né è dubbio, che se il re di Francia avesse mandato danari e qualche soccorso, che sariano per tutto il regno succeduti nuovi travagli, per i quali