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cannoni, sotto Giovanni di Naldo, che nello accamparsi fu morto da una artiglieria: però vi andò egli in persona, e l’ottenne. Alloggiorono il vigesimo quinto dí di agosto a San Zenone, in sul fiume del Lambro, propinquo a due miglia e mezzo a Marignano. A’ ventisette le genti de’ collegati, passato Lambro, si accostorono a Marignano; i quali accostandosi, gli spagnuoli si ritrassono in Marignano a uno riparo vecchio; e dopo scaramuccia di piú ore uscirono al largo, e si credette volessino combattere; e tirato per una ora da ogni banda, approssimandosi giá la notte, si ritirorno in Marignano e Riozzo, e in su lo alloggiare il campo l’assaltorono bravamente. E a’ ventiotto si ritirò Antonio de Leva con tutta la gente a Milano, i collegati a Landriano. Consultossi dipoi se fusse da tentare di sforzare Milano: il che mentre si praticava, andò lo esercito a Loccá con disegno di entrare in Milano per furto; che fu interrotto da una pioggia grossa che impedí, per la trista via, andare a porta Vercellina dove si aveva a entrare. Però, esclusi da questo disegno, ed essendo riferito, da chi fu mandato a riconoscere Milano, non essere riuscibile quella impresa, si deliberò di andare, per il cammino di Biagrassa, che altro non si poteva fare, a campo Pavia; sperando pigliarla facilmente, perché non vi erano piú di dugento fanti tedeschi e ottocento italiani. Cosí andando a quella volta, spinti certi fanti di lá dal Tesino, fu preso Vigevano; e a’ nove dí di settembre era San Polo a Santo Alesso, a tre miglia di Pavia: dove accostatisi l’uno e l’altro esercito, sopravenne avviso che gli messe in maggiore disputazione.

Perché, essendo in Genova la peste grandissima e per questo abbandonata quasi da ciascuno, eziandio quasi da tutti i soldati, e per il medesimo pericolo Teodoro governatore ritiratosi in castello, Andrea Doria, presa questa occasione, si approssimò alla cittá con alcune galee ma, non avendo piú che cinquecento fanti, con poca speranza di sforzarla. Ma l’armata franzese che era nel porto, temendo non gli fusse chiuso il cammino di andarsene in Francia, senza avere cura alcuna di Genova, si partí verso Savona; dove la prima che arrivasse