Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
libro decimottavo- cap. xviii | 195 |
XVIII
Erasi in questo tempo Monopoli arrenduto a’ viniziani, per i quali, secondo l’ultime convenzioni fatte col re di Francia, si acquistavano tutti quegli porti del regno di Napoli i quali possedevano innanzi alla rotta ricevuta dal re Luigi nella Ghiaradadda.
Indussono queste prosperitá de’ franzesi il duca di Ferrara a mandare il figliuolo in Francia, per la perfezione del matrimonio: il che prima, ricusando eziandio di essere capitano della lega, aveva industriosamente differito.
Ma Cesare, non provedendo con le genti di Spagna a tanti pericoli del regno napoletano, perché da quella parte mandò solamente seicento fanti non molto utili in Sicilia, aveva ordinato che di Germania passassino in Italia, per soccorso di quel reame, sotto il duca di Brunsvich, nuovi fanti tedeschi; i quali si preparavano con tanto maggiore sollecitudine quanto si intendeva essere maggiore, per i progressi di Lautrech, la necessitá del soccorso. Alla venuta de’ quali per opporsi, acciò che non perturbasse la speranza della vittoria, fu, con consentimento comune del re di Francia del re di Inghilterra e de’ viniziani, destinato che in Italia passasse, per seguitare i tedeschi se andavano nel reame di Napoli, se non per fare la guerra con le genti de’ viniziani e di Francesco Sforza contro a Milano, Francesco monsignore di San Polo della famiglia