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libro decimottavo- cap. xvii 191

Barletta e Manfredonia, volevano entrarvi per l’altra: che giovò assai per le vettovaglie dell’esercito. Erano con Lautrech in tutto quattrocento lancie e dodicimila fanti, né di gente molto eletta; ma dovevansi unire seco il marchese di Saluzzo, il quale camminava innanzi a tutti, le genti de’ viniziani e le bande nere de’ fiorentini, desiderate molto da Lautrech perché, avendo fama di essere fanteria destra e ardita agli assalti quanto fanteria che allora fusse in Italia, facevano come uno condimento [al suo esercito], nel quale erano genti ferme e stabili a combattere. Ma inteso, per relazione di Pietro Navarra mandato da lui a speculare il sito, che in Troia e all’intorno erano cinquemila alamanni cinquemila spagnuoli e tremila cinquecento italiani, e tra Manfredonia e Barletta mille cinquecento italiani, né potendosi per i freddi grandissimi stare in campagna, Lautrech, agli otto dí di marzo, andò a Nocera con tutti i fanti e cavalli leggieri, e il marchese di Saluzzo nuovamente arrivato messe con le genti d’arme e con mille fanti in Foggia; affermando di volere fare, se la occasione si presentava, la giornata, e per altre ragioni e perché, essendogli stati diminuiti dal re gli assegnamenti, non poteva sostentare molto tempo le spese della guerra: e in San Severo lasciò gl’imbasciadori e le genti non atte alla guerra, con poca guardia. Cosí gli pareva stare sicuro né essere necessitato a fare giornata se non con vantaggio. Né gli mancavano vettovaglie, benché si pativa di macinato. Uscí dipoi, a dodici dí di marzo, in campagna, tre miglia di lá da Nocera e cinque miglia presso a Troia, perché Nocera e Barletta distanti intra sé dodici miglia distano non piú che otto miglia da Troia; e gli imperiali, i quali avevano raccolte quasi tutte le genti che erano in Manfredonia e in Barletta, ma non pagate eccetto i fanti tedeschi, e che in Troia aveano copia di vettovaglie, uscirono a scaramucciare: dipoi il dí seguente si messeno in campagna, senza artiglieria, in uno alloggiamento forte in su il colle di Troia. Lautrech, a quattordici dí, girò quello colle dalla banda di sopra che risguarda mezzodí verso la montagna, e voltando il viso a Troia cominciò