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libro decimottavo- cap. ix 145

ricusare il combattere: disegno che riuscí vano, perché nello esercito, ancora che molti se ne fussino partiti, erano restati piú di quindicimila fanti, e tutta la gente dispostissima maravigliosamente a combattere. Consultossi, fatto la mostra, quello che fusse da fare; ed essendo molti disposti che si andasse a fare lo alloggiamento alla Croce di Montemari (come con grande instanza ricercavano quegli del Castello), allegando che, per essere alloggiamento forte e lontano da Roma tre miglia né essere da temere che gli imperiali uscissino ad alloggiare fuora di Roma, lo stare quivi e il ritirarsi potersi fare senza pericolo, e da quello alloggiamento potersi meglio conoscere e meglio eseguire l’occasione di soccorrere il Castello. Ma non piacendo al duca questa risoluzione, accettò uno partito proposto innanzi al tempo da Guido Rangone, che offeriva con tutti i cavalli e le fanterie ecclesiastiche accostarsi la notte medesima al Castello per fare pruova di trarne il pontefice; pure che il duca d’Urbino col resto dello esercito si conducesse insino alle Tre Capanne per fargli spalle. Ma non si eseguí la notte questo disegno, perché il duca, stimolato dagli altri, cavalcò per riconoscere l’alloggiamento di Montemari: e nondimeno, appropinquatosi la notte, non passò le Tre Capanne. Ma essendosi per questa andata perdute molte ore vanamente, fu necessario differire l’eseguire la deliberazione fatta alla notte futura. Ma il dí medesimo, avendo il duca fatto riferire a certe spie (o vere o subornate) che fussino le trincee fatte in Prati piú gagliarde, che non era la veritá, e lo avere rotto (il che anche era falso) in piú luoghi il muro del corridore donde si va dal palazzo di Vaticano a Castello Santo Angelo, per potere, se si scopriva gente, soccorrere subito da piú bande, e proposto da lui molte difficoltá, che tutte furono consentite da Guido e approvate da quasi tutti gli altri capitani, si conchiuse essere cosa impossibile di soccorrere allora il Castello; ributtati agramente dal duca alcuni degli altri capitani che si sforzavano, disputando, di sostentare la contraria opinione. Cosí restava in preda il pontefice, non si rompendo pure solamente una lancia per cavare di carcere colui che per