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libro quartodecimo - cap. i 81


Nel quale tempo, molto opportunamente a questi disegni, il re di Francia, invitato dalla occasione de’ tumulti di Spagna e confortatone (secondo che poi querelandosi affermava) dal pontefice, mandò uno esercito sotto Asparoth fratello di Lautrech in Navarra, per recuperare quel regno al re antico; e nel tempo medesimo [operò che] Ruberto della Marcia e il duca di Ghelleri cominciassino a molestare i confini della Fiandra. Le discordie di Spagna feceno facile ad Asparoth acquistare il regno di Navarra, destituto da ogni aiuto e nel quale non era spenta la memoria del primo re: ma avendo con le artiglierie espugnata la rocca di Pampalona, entrato ne’ confini del regno di Castiglia, occupò Fonterabia e corse insino a Logrogno; donde, come spesso avviene nelle cose umane, giovò a Cesare quel che gli uomini avevano creduto dovergli nuocere. Perché le cose di Spagna, travagliate insino a quel dí con vari progressi, erano ridotte in grandissime turbolenze: essendo da una parte congiunti i popolari e plebei, dall’altra avendo prese l’armi in beneficio di Cesare molti signori, i quali per lo interesse degli stati temevano la licenza popolare: la quale proceduta a manifesta ribellione, desiderosa di avere capo di autoritá, aveva tratto della rocca di Sciativa il duca di Calavria; il quale, ricusando di pigliare l’armi contro a Cesare, non volle discostarsi dalla carcere. Ma l’essere assaltato il regno proprio di Castiglia dal re di Francia commosse in modo gli animi de’ popoli, i quali senza dispiacere avevano tollerata la perdita del regno di Navarra, benché diventato per la unione fatta dal re cattolico membro de’ regni loro, che, parte per questa cagione parte per qualche prospero successo che aveva avuto l’esercito cesareo, tutto il reame di Spagna, deposte piú facilmente le contenzioni tra loro medesimi, ritornò all’obbedienza del suo re.

Alla prosperitá del re di Francia, per la vittoria cosí facile del reame di Navarra, si aggiunse, se avesse saputo usare la occasione, maggiore successo; perché i svizzeri, appresso a’ quali erano gli imbasciadori suoi e di Cesare, sforzandosi ciascuno di essi di congiugnersi con loro, rifiutata, contro la