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libro tredicesimo - cap. xvi 71

bertá che nel modo del vivere ne hanno acquistato i popoli, e l’avarizia de’ potenti per non restare spogliati de’ beni che hanno occupati delle chiese.


XVI

Giampaolo Baglioni invitato a Roma dal pontefice, incarcerato e giustiziato. Nuove insidie del pontefice contro il duca di Ferrara. Incoronazione di Cesare in Aquisgrana; sue ragioni di preoccupazione. Minaccie di fanti spagnoli alle terre della Chiesa.

Non accadde questo anno in Italia cosa degna di memoria: salvo che, essendo in Perugia Giampaolo e Gentile della medesima famiglia de’ Baglioni, o perché nascesse tra loro contenzione o perché Giampaolo, non gli bastando avere piú parte e piú autoritá nel governo, volesse arrogarsi il tutto, cacciò Gentile di Perugia: il che essendo molesto al pontefice, lo fece citare che personalmente comparisse a Roma. Il quale, temendo a andarvi, mandò Malatesta suo figliuolo a giustificarsi, e a offerire a essere presto a obbidire a tutti i suoi comandamenti: ma instando pure il pontefice della venuta sua, poiché fu stato molti dí perplesso, si risolvé a andare, confidatosi parte nella antica servitú che in ogni tempo aveva avuto con la sua casa, parte persuaso da Cammillo Orsino suo genero e da altri amici suoi; i quali, usando l’autoritá loro e valendosi di mezzi potenti appresso al pontefice, o ottennono fede espressa da lui (benché non per scrittura) o almanco furono dal pontefice usate tali parole con somma astuzia e fatte tali dimostrazioni che quegli che si confidavano potere ritrarre da lui la mente sua gli dettono animo a comparire, dandosi a intendere che egli potesse farlo sicuramente. Ma arrivato a Roma, trovò che il pontefice, sotto specie di sue ricreazioni come altre volte era solito di fare, era andato pochi dí innanzi in Castello Santo Angelo. Dove andando la mattina seguente Giampaolo per presentarsegli fu, innanzi arrivasse al cospetto