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libro tredicesimo - cap. xiv 65

per sé per rientrare nella propria patria, prometteva piú prospero successo in quegli che faceva per altri nelle patrie forestiere.

Sotto colore adunque di volere entrare con l’armi in Genova, il vescovo, ricevuti occultamente dal pontefice diecimila ducati, soldò, parte del paese di Roma parte nella Lunigiana, duemila fanti. Al romore della quale adunazione essendosi, per sospetto di sé, armato per terra e per mare Ottaviano Fregoso, egli, come se per essere scoperti i suoi disegni restasse escluso di speranza di potere per allora voltare lo stato di Genova, fatto intendere a Federigo da Bozzole (con l’aiuto di chi si manteneva in grande parte la Concordia contro al conte Giovanfrancesco della Mirandola) poterlo servire di quelle genti insino non fusse finita la paga loro la quale durava presso a uno mese, passato l’Apennino scese in quello di Coreggio, pigliando lentamente il cammino della Concordia. Ed era il fondamento di questo trattato il passare il fiume del Po; al quale effetto certi ministri di Alberto da Carpi, conscio di questa pratica, avevano noleggiato, sotto nome di mercatanti di grani, molte barche che erano nella bocca del fiume della Secchia (cosí chiamano i circonvicini quel luogo dove l’acque della Secchia entrano nel Po), con le quali passando Po, disegnava il vescovo accostarsi prestamente a Ferrara: dove egli stato pochi mesi innanzi aveva speculato uno luogo della terra in sul Po dove erano in terra piú di quaranta braccia di muro, luogo aperto e molto facile a entrarvi. Il quale muro essendo caduto non molto prima non si era restaurato cosí presto, perché la vicinitá del fiume e lo starsi senza timore avevano nutrito la negligenza di chi soleva sollecitamente provedere a questi disordini.

Ma come fu sentito per il paese circostante il Ventimiglia con queste genti avere passato l’Apennino, il marchese di Mantova, non per alcuno sospetto particolare ma per consuetudine antica di difficultare alle genti forestiere i passi de’ fiumi, ritirò a Mantova tutte le barche che erano in bocca di Secchia; in modo che il Ventimiglia, non potendo servirsi