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e per antichi intrattenimenti, fusse troppo accetto a’ viniziani, delle genti de’ quali era governatore Teodoro da Triulzi, e che avevano nuovamente soldato Renato della medesima famiglia: però il re, essendo dopo la morte di Francesco Bernardino Visconte rimasto capo della fazione ghibellina Galeazzo Visconte, per opporlo al Triulzio con maggiore autoritá gli aveva dato l’ordine di San Michele, costituito pensione, ed egli e Lautrech in ogni occasione gli davano riputazione; le quali cose non passando senza depressione del Triulzio, male paziente a dissimulare e che si lamentava frequentemente, diventava ogni dí piú esoso e piú sospetto. Ma dette occasione a Lautrech e agli altri, che lo calunniavano appresso al re, l’essersi fatto borghese de’ svizzeri, come se e’ volesse per mezzo loro avere patrocinio contro al re e forse aspirasse a maggiori pensieri: delle quali calunnie essendo, cosí vecchio come era, andato in Francia a giustificarsi, non solo Lautrech, come egli fu partito, per ordinazione avuta dal re, ritenne a Vigevano con onesta custodia la moglie e il nipote nato del conte di Musocco suo unico figliuolo giá morto, ma eziandio dal re non fu raccolto né con benignitá né con l’onore solito; anzi riprendendolo di essersi fatto svizzero, gli disse che da punirlo, secondo sarebbe stato conveniente, non lo riteneva altro che la fama divulgata per tutto, ma sopra la veritá, de’ meriti suoi verso la corona di Francia. Fu necessitato ritrattare quello che aveva fatto; e pochi dí poi, seguitando la corte, ammalato a Ciartres, passò all’altro secolo. Uomo a giudizio di tutti (come avevano confermato molte esperienze) di valore grande nella disciplina militare, e sottoposto per tutta la vita alla incostanza della fortuna, che ora lo abbracciava con prosperi successi ora lo esagitava con avversi; e a chi meritatamente si convenisse quello che, per ordine suo, fu inscritto nel suo sepolcro: riposarsi in quello sepolcro Gianiacopo da Triulzi, che innanzi non si era mai riposato.