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da’ deputati dell’una parte e dell’altra, facendo Cesare ostinatamente instanza che, come proprio, gli fusse restituito il ducato di Borgogna, i franzesi non consentendo se non o di accettarla per dote o che giuridicamente si vedesse a quale de’ due príncipi apparteneva. Nelle altre condizioni si sarebbono facilmente concordati; ma restando tanta discrepanza nelle cose della Borgogna, madama di Alanson alla fine se ne ritornò in Francia, senza avere riportato altro che facoltá di vedere il fratello. Il quale, alla partita di lei, diffidando giá ogni dí piú della sua liberazione, si dice avergli commesso che per sua parte ricordasse alla madre e agli uomini del consiglio che pensassino bene al beneficio della corona di Francia, non avendo considerazione alcuna della persona sua come se piú non vivesse. Né si troncorono perciò per la partita sua al tutto le pratiche, perché vi rimasono il presidente di Parigi i vescovi di Ambrone e di Tarba, i quali insino ad allora l’avevano trattate, ma con leggiera speranza, non si inclinando Cesare a condizione alcuna senza la restituzione della Borgogna, né consentendo il re di concederla se non per ultima necessitá.

Arrivò adunque il cardinale alla corte, dove, ricevuto da Cesare con grandissimo onore, trattava le sue commissioni, le quali principalmente contenevano la ratificazione degli articoli promessi dal viceré; confortando anche che al duca di Milano fusse conceduta la investitura per la sicurtá comune. Ma il viceré medesimo dissuadeva la restituzione di Reggio e di Rubiera; per i conforti e sotto la speranza del quale, il duca di Ferrara, desideroso di trattare per se medesimo appresso a Cesare la causa sua, ottenuta dal pontefice promessa che per sei mesi non sarebbe molestato da lui lo stato suo, si condusse insino a’ confini del regno di Francia, con determinazione di passare piú innanzi; ma negandogli madama il salvocondotto, se ne ritornò finalmente a Ferrara. Trattavasi ancora tra il pontefice e Cesare la causa della dispensazione, per potere fare matrimonio con la sorella del re di Portogallo; il quale Cesare, non ostante che al re di Inghilterra avesse