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parte molto piú che poi non sogliono osservare. Allegavano che i fanti tedeschi che erano stati alla difesa di Pavia, né avevano, giá molti mesi, avuto denari, veduto che dopo la vittoria continuavano le medesime difficoltá de’ pagamenti che prima, si erano ammutinati, avevano tolto l’artiglierie e fattisi forti in Pavia; che per la medesima cagione tutto il resto dello esercito di Cesare era sollevato e per sollevarsi ogni dí piú, non avendo i capitani facoltá di pagarlo: in modo che, armandosi e loro e lui potentemente, e si assicuravano gli stati comuni e si nutriva l’occasione che gli imperiali, impegnati in queste difficoltá e necessitati a tenere del continuo grosse forze alla guardia del re prigione, si disordinassino per loro medesimi. Aggiugnersi, che e’ non era da dubitare che madama la reggente, in mano della quale era il governo di Francia, desiderosissima di questa unione, non solo farebbe subito cavalcare, a stanza loro, il duca di Albania con le sue genti e quelle quattrocento lancie del retroguardo che si erano ritirate dalla giornata a salvamento, ma ancora, con volontá di tutto il regno di Francia, concorrerebbe alla salute d’Italia con grossa somma di denari, conoscendo che da quella dependeva in grande parte la speranza della recuperazione del re suo figliuolo. Essere ottima senza dubbio questa deliberazione se si facesse con prestezza, ma la lunghezza dare a’ cesarei facoltá di riordinarsi; e tanto piú che chi non si risolveva ad armarsi era necessitato di accordarsi con loro e porgergli denari, che non era altro che essere instrumento di liberargli da tutte le difficoltá e stabilirsi da se medesimo in perpetua suggezione. Davano anche speranza d’avere a essere seguitati dal duca di Ferrara, il quale, e per la dependenza antica da’ franzesi e per gli aiuti dati in questa guerra al re, non era senza grandissimo timore: la congiunzione del quale pareva di non piccolo momento, per la opportunitá grande del suo stato alle guerre di Lombardia; [per essere] la cittá di Ferrara fortissima ed egli abbondantissimo di munizioni e di artiglierie e, come era fama, ricchissimo di denari.