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libro quintodecimodecimo - cap. xiv 255


Risedeva il peso del governo dell’esercito nell’ammiraglio: il re, consumando la maggiore parte del tempo in ozio e in piaceri vani, né ammettendo faccende o pensieri gravi, dispregiati tutti gli altri capitani, si consigliava con lui; udendo ancora Anna di Memoransí, Filippo Ciaboto di Brione e... di San Marsau, persone al re grate ma di piccola esperienza nella guerra. Né corrispondeva il numero dell’esercito del re a quello che ne divulgava la fama, ma eziandio a quello che ne credeva esso medesimo: perché, essendo della cavalleria una parte andata col duca di Albania un’altra parte rimasta con Teodoro da Triulzi alla guardia di Milano, molti alloggiando sparsi per le ville e terre circostanti, non alloggiavano fermamente nel campo oltre ottocento lancie, e de’ fanti, de’ quali si pagava, per le fraudi de’ capitani e per la negligenza de’ ministri del re, numero immoderato, era diversissima la veritá dall’opinione, ingannando sopra tutti gli altri i capitani italiani, i quali lo stipendio per moltissimi fanti ricevevano ma pochissimi ne tenevano: il medesimo accadeva ne’ fanti franzesi. Duemila valligiani, che alloggiavano a San Salvadore tra San Lanfranco e Pavia, assaltati all’improviso da quegli di dentro, erano stati dissipati.

In questo stato delle cose i capitani imperiali, passato che ebbero il Lambro, si accostorno al castello di Santangelo; il quale, situato tra Lodi e Pavia, arebbe dato, se non fusse stato in potestá loro, impedimento grandissimo al condurre delle vettovaglie da Lodi allo esercito. Guardavalo Pirro fratello di Federico da Bozzole con [du]cento cavalli e [otto]cento fanti; e il re, pochi dí prima, per non mettere i suoi temerariamente in pericolo, aveva mandato a considerare il luogo il medesimo Federico e Iacopo Cabaneo, i quali riferirono quel presidio essere bastante a difenderlo. Ma l’esperienza dimostrò la fallacia de’ discorsi loro: perché essendovisi accostato Ferdinando Davalo co’ fanti spagnuoli e avendo con l’artiglierie levate alcune difese, quegli di dentro impauriti si ritirorno il dí medesimo nella rocca, e poche ore dappoi pattuirono che, rimanendo prigioni Pirro, Emilio Cavriana e tre