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erano quasi tutti dei piú vecchi del collegio, fusse stata la medesima unione a eleggere qualunque di loro che era in non eleggere lui, e deposte le cupiditá particolari si fussino contentati di questo fine, che il cardinale de’ Medici non ascendesse al pontificato. Ma è molto difficile che mediante la concordia nella quale è mescolata discordia e ambizione si pervenga al fine che comunemente si cerca. Il cardinale Colonna, inimico acerbissimo del cardinale de’ Medici, ma per natura impetuoso e superbissimo, sdegnato co’ cardinali congiunti seco perché recusavano di eleggere pontefice il cardinale Iacobaccio romano, uomo della medesima fazione e molto dependente da lui, andò spontaneamente a offerire al cardinale de’ Medici di aiutarlo al pontificato: il quale, per una cedola di mano propria, secretissimamente gli promesse l’officio della vicecancelleria che risedeva in persona sua, e il palazzo suntuosissimo il quale, edificato giá dal cardinale di San Giorgio, era stato conceduto a lui dal pontefice Lione: donde acceso tanto piú il cardinale della Colonna indusse nella sentenza sua il cardinale Cornaro e due altri. La inclinazione de’ quali come fu nota cominciorono molti degli altri, tirati, come spesso interviene ne’ conclavi, da viltá o ambizione, a fare a gara di non essere degli ultimi a favorirlo; in modo che la notte medesima fu adorato per pontefice, di concordia comune di tutti, e la mattina seguente, che fu il giorno decimonono di novembre, fatta secondo la consuetudine la elezione per solenne scrutinio; il dí medesimo precisamente che due anni innanzi era vittorioso entrato in Milano. Credettesi che trall’altre cagioni gli avesse giovato l’entrata grande di benefici e uffici ecclesiastici, perché i cardinali quando entrorno nel conclave feciono concordemente una costituzione che l’entrate di quel che fusse eletto pontefice si distribuissino con eguale divisione negli altri. Voleva continuare nel nome di Giulio; ma ammonito da alcuni cardinali essersi osservato che quegli che, eletti pontefici, non aveano mutato il nome avevano tutti finita la vita loro infra uno anno, assunse il nome di Clemente settimo, o per essere vicina la festivitá di quel santo o perché alludesse allo avere,