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libro quintodecimodecimo - cap. v 207

tello tremila fanti, benché poco dipoi, essendo passate alcune genti franzesi verso Alessandria, si ritirò a Serravalle per timore che non gli fusse impedita la facoltá del ritornarsi a Genova; e i viniziani avevano seicento uomini d’arme cinquecento cavalli leggieri e cinquemila fanti, de’ quali mandorno mille fanti a Milano, a richiesta di Prospero desideroso di servirsi della fama de’ loro aiuti, e poco dipoi un’altra parte a Cremona, per il sospetto di un trattato tenuto da Niccolò Varolo, il quale, per timore di non essere incarcerato, fuggí di quella cittá.

Finalmente l’ammiraglio, costretto dalla difficoltá delle vettovaglie, da’ tempi freddissimi e nevi grandissime, e dalla instanza e protesti che gli facevano i svizzeri perché non voleano tollerare piú tante incomoditá, deliberò discostarsi da Milano: ma innanzi publicasse il suo consiglio procurò che Galeazzo Visconte dimandasse facoltá di andare a vedere madonna Chiara, famosa per la forma egregia del corpo ma molto piú per il sommo amore che gli portava Prospero Colonna. Entrato in Milano introdusse ragionamenti di tregua, per i quali convennono insieme, il dí seguente, allato a’ ripari, Alarcone, Paolo Vettori commissario fiorentino e Ieronimo Morone, e per l’ammiraglio Galeazzo Visconte e il generale di Normandia; i quali proposono che si sospendessino l’armi per tutto maggio, obligandosi a distribuire l’esercito per le terre: e arebbono alla fine consentito di ridursi tutti di lá dal Tesino, ma dannando i capitani di Cesare l’interrompere colla tregua la speranza che aveano della vittoria risposono non potere deliberare cosa alcuna senza la volontá del viceré. Onde l’ammiraglio, due dí poi, mosse innanzi all’aurora verso la riva del Tesino l’artiglierie, seguitò, come fu chiaro il giorno, con tutto l’esercito, procedendo con tale ordine che pareva non recusasse di combattere. La qual cosa come fu veduta nella cittá, non solo i soldati e il popolo chiedevano con altissime voci di essere menati ad assaltargli ma i capitani e gli uomini di maggiore autoritá faceano appresso a Prospero Colonna instanza del medesimo, dimostrandogli la facilitá della