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oratore cesareo a Roma con grandissima autoritá. Il quale, alla partita, fece una cedola di sua mano a’ fiorentini, nella quale cedola narrato che Cesare, per una cedola scritta di settembre l’anno mille cinquecento venti, promesse al pontefice Leone di riconfermare e di nuovo concedere a’ fiorentini i privilegi dello stato, della autoritá e delle terre possedevano, tra sei mesi dopo la prima dieta fatta dopo la incoronazione che si celebra in Aquisgrana, perché prima gli aveva promessi tra quattro mesi dalla sua elezione; e dicendo non potere espedirgli allora per giuste cause: le quali cose narrate, don Giovanni promesse in nome di Cesare. La quale cedola Cesare ratificò di marzo l’anno mille cinquecento ventitré, e ne fece l’espedizione per bolla in forma amplissima.

Passò Cesare, come è detto di sopra, questo anno in Spagna, dove arrivato, procedé severamente contro a molti che erano stati autori della sedizione, gli altri tutti assolvé e libero da tutte le pene: e per congiugnere con la giustizia e con la clemenza gli esempli della remunerazione, considerato che Ferdinando duca di Calavria, recusando di essere capitano della moltitudine concitata, non si era voluto partire della rocca di Sciativa, lo chiamò con grande onore alla corte, dandogli non molto poi per moglie Germana stata moglie del re cattolico, ricca ma sterile, acciò che in lui, ultima pregenie de’ discendenti di Alfonso vecchio re di Aragona, si estinguesse quella famiglia; perché due suoi fratelli di etá minore erano prima morti, l’uno in Francia l’altro in Italia.

Ma quello che fece infelice questo medesimo anno, con infamia grandissima de’ príncipi cristiani, fu che, nella fine di esso, Solimanno ottomanno prese l’isola di Rodi, costituita sotto il dominio de’ cavalieri di Rodi, prima chiamati cavalieri Ierosolimitani; i quali, risedendo in quel luogo poiché erano stati cacciati di Ierusalem, benché in mezzo tra il turco e il soldano príncipi di tanta potenza, l’avevano con grandissima gloria del suo ordine lunghissimo tempo conservata, e stati come uno propugnacolo, in quegli mari, della cristiana religione: benché avessino qualche nota che, trascorrendo tutto