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LIBRO QUINTODECIMO

I

Timori che il re di Francia ritenti l’impresa del ducato di Milano; gli spagnuoli impongono contribuzioni agli stati italiani. Adriano VI a Roma. Cesare mira ad accordi coi veneziani; intimazione di tregua con Cesare del re d’Inghilterra al re di Francia. Cedola di privilegi di stato di Cesare ai fiorentini. Provvedimenti di Cesare contro i colpevoli della tentata sedizione in Ispagna. Caduta di Rodi in potere di Solimano. Rimini restituita al pontefice; assoluzione dalle censure del duca d’Urbino. Rinvestitura di Ferrara al duca d’Este. Resa del castello di Milano.

La vittoria nuova contro a’ franzesi, benché avesse quietato le cose di Lombardia, non aveva per ciò diminuito il sospetto che il re di Francia, essendo pacifico e intero il regno suo ed essendo ritornati salvi i capitani e le genti d’arme che aveva mandate in Italia, non avesse, innanzi passasse molto tempo, ad assaltare di nuovo il ducato di Milano; massime che erano, come prima, parati i svizzeri a andare agli stipendi suoi e il senato viniziano perseverava seco nella antica confederazione: per la considerazione del quale pericolo i capitani cesarei erano costretti a nutrire e a pagare l’esercito; cosa molto difficile, perché né da Cesare né del regno napolitano ricevevano danari, e lo stato di Milano era in modo esausto che non poteva per sé solo sostenere né tanti alloggiamenti né tante spese. Però, reclamando invano i popoli e il collegio de’ cardinali, avevano mandato la maggiore parte delle genti ad alloggiare nello stato ecclesiastico; e passando