Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/143


libro quartodecimo - cap. x 137

gli altri uomini, aveva della salute propria, allo accordo, massime che essendo la sedia vacante, egli non si trovando in Parma con tanta gente che potesse opporsi alla volontá del popolo, non gli potrebbe di questa loro deliberazione resultare imputazione o carico alcuno. Colle quali ragioni, parte parlando separatamente con molti di loro, parte disputando con tutti insieme, parte togliendo loro tempo con lo andare intorno alla muraglia e fare altre provisioni, gli aveva intratenuti tutta la notte; perché aveva compreso che, benché desiderassino ardentemente di accordarsi non per altra cagione che per timore estremo che avevano di non essere sforzati e saccheggiati, nondimeno gli raffrenava il conoscere che, accordandosi senza il consentimento suo, non potevano fuggire nota di essere ribelli. Ma essendo apparita l’alba del dí, dí dedicato a san Tommaso apostolo, e giá cominciatosi a conoscere, per le palle che tiravano i due sagri stati piantati quella notte, che non vi era artiglieria da battere la muraglia, credette il governatore, ritornando in consiglio, trovare variati e assicurati gli animi di tutti; ma trovò totalmente contraria disposizione, e il timore tanto piú augumentato quanto per essere giá il principio del dí pareva loro approssimarsi piú al pericolo: in modo che, non udendo piú le ragioni, cominciavano, non solo con apertissima instanza ma eziandio con protesti e quasi con tacite minaccie, a strignerlo che consentisse allo accordo. A’ quali avendo risposto risolutamente che, poi che non era in potestá sua proibire loro questi ragionamenti e questi pensieri, come farebbe se avesse in Parma maggiori forze, non gli restava altra sodisfazione della ingiuria che trattavano di fare alla sedia apostolica e a sé, ministro di quella, che vedere che se si risolvevano ad accordarsi non potevano fuggire la infamia di essere rebelli e mancatori di fede al loro signore; esprobrando con caldissime parole il giuramento della fedeltá che, pochi dí innanzi, avevano nella chiesa maggiore prestato solennemente in sua mano alla sedia apostolica; e che, quando bene vedesse innanzi agli occhi la morte manifestissima da loro, tenessino per certo che da lui mai arebbono altra