Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/133


libro quartodecimo - cap. ix 127

pochissimi dí succederono, arebbono le cose sortito fine molto diverso da quello che ebbono. Ma l’esercito degli inimici, del quale la maggiore parte era alloggiata a Marignano e i svizzeri piú innanzi alla Badia di Chiaravalle, stato fermo tre dí per aspettare l’artiglierie, che per la difficoltá delle strade non si erano potute condurre, si indirizzò il decimonono dí di novembre a Milano, con intenzione, che se il dí medesimo non si entrava, di andarsene il dí seguente a Pavia; dove giá, per occuparla, era stata mandata una parte de’ cavalli leggieri. E accadde quella mattina cosa notabile: che essendosi fermati in uno prato appresso a Chiaravalle i legati e i principali dello esercito, per dare luogo a’ svizzeri di camminare, sopragiunse uno vecchio, di presenza e di abito plebeo, il quale, affermando essere mandato dagli uomini della parrocchia di San Siro di Milano, sollecitava con grandissima esclamazione che si andasse innanzi, perché, per ordine dato, non solo gli uomini di quella parrocchia ma tutto il popolo di Milano, subito che si accostasse l’esercito, al suono delle campane di tutte le parrocchie, piglierebbe l’armi contro a’ franzesi: cosa che parve poi maravigliosa perché, per qualunque diligenza che si facesse poi di ritrovarlo, non fu mai possibile sapere né chi fusse né da chi fusse stato mandato.

Camminò adunque l’esercito in ordinanza verso porta Romana, fermate l’artiglierie grosse al capo di una via che si voltava a Pavia; nella prima fronte del quale essendo il marchese di Pescara co’ fanti spagnuoli, si accostò, appropinquandosi giá la notte, al fosso tra porta Romana e porta Ticinese, e presentati gli scoppiettieri contro a un bastione fatto nel luogo che si dice Vicentino appresso alla porta detta Lodovico, piú per tentare che per speranza di ottenere, i fanti viniziani che n’aveano la custodia, non sostenuta non che altro la presenza degli inimici, voltate con inestimabile viltá le spalle, si messono in fuga; il medesimo feciono i svizzeri che alloggiavano appresso a loro: in modo che i fanti spagnuoli, passato senza difficoltá il fosso e il riparo, entrorno nel borgo. Nell’entrare de’ quali fu preso, ricevuta nel prenderlo una leggiera ferita,