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continua molestia. Essere migliore consiglio, fatta provisione di vettovaglie per qualche dí, lasciatasi indietro Parma, andare allo improviso a Piacenza; nella quale cittá, di circuito molto maggiore, erano a guardia pochi soldati né vi erano ripari o artiglierie, e la disposizione del popolo la medesima che quella di Parma, ma piú abile a risentirsi non essendo stati battuti come loro ed essendovi dentro sí poca gente; né essere da dubitare, accostandosi, di non la pigliare subito. E affermava Prospero, inclinato molto a questa sentenza, sapere uno luogo donde era impossibile gli fusse proibito lo entrare: che era quello medesimo per il quale altra volta vi era, contro a’ viniziani che l’aveano dopo la morte di Filippo Maria Visconte occupata, entrato vittoriosamente Francesco Sforza capitano allora del popolo milanese. In Piacenza essere abbondanza grandissima di vettovaglie, e il luogo essere tanto opportuno ad assaltare Milano che sarebbono necessitati i franzesi ritirare lá quasi tutte le forze loro; e cosí non rimarrebbono in pericolo le cittá vicine a Parma: anzi si prometteva Prospero che, passando il Po solamente co’ cavalli leggieri e conducendosi con celeritá a Milano, quella cittá, udito il nome suo, avere a tumultuare. Ed era questa, insino innanzi partisse da Bologna, stata sentenza di Prospero; per la quale, pensando non dovere fermarsi a espugnazione di alcuna terra, non aveva voluto provedimento abbondante di artiglierie e di munizioni.

In questa varietá di pareri fu determinato, ma molto secretamente, per quegli che aveano autoritá di deliberare che, come prima fussino preparate pane e farine bastanti a nutrire l’esercito almeno per quattro dí, si movessino con grandissima celeritá verso Piacenza cinquecento uomini d’arme una parte de’ cavalli leggieri i fanti spagnuoli e mille cinquecento fanti italiani, e che dietro a questi si movesse il rimanente dell’esercito, il quale, dovendo condurre l’artiglierie le vettovaglie e tanti impedimenti, non poteva procedere se non lentamente; e si teneva per certo che, come i primi vi arrivassino, la cittá chiamerebbe il nome della Chiesa; e quando pure non succedesse, che essi sarebbono causa non vi entrasse soccorso: in