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libro nono - cap. xvi 87

trattare con loro tre de’ suoi gentiluomini, scusandosi di essere occupato in altre faccende: la quale indegnitá divorava insieme con molt’altre il pontefice, vincendo la sua natura l’odio incredibile contro a’ franzesi.

Ma nella concordia tra Cesare e i viniziani, della quale cominciò a trattarsi prima, erano molte difficoltá. Perché se bene Gurgense, il quale aveva dimandato prima tutte le terre, consentisse alla fine che a loro rimanessino Padova e Trevigi con tutti i loro contadi e appartenenze, voleva che in ricompenso dessino a Cesare quantitá grandissima di danari; che da lui in feudo le riconoscessino, e le ragioni dell’altre terre gli cedessino: le quali cose erano nel senato ricusate; ove tutti unitamente conchiudevano piú utile essere alla republica (poi che aveano talmente fortificate Padova e Trevigi che non temevano di perderle) conservarsi i danari; perché, se mai passava questa tempesta, potrebbe offerirsi qualche occasione che facilmente recupererebbono il loro dominio. Da altra parte il pontefice ardeva di desiderio convenissino con Cesare, sperando che da questo avesse a succedere che egli si alienasse dal re di Francia; però gli stimolava, parte con prieghi parte con minaccie, che accettassino le condizioni proposte. Ma era minore appresso a loro la sua autoritá, non solamente perché conoscevano da quali fini procedesse tanta caldezza ma perché, sapendo quanto gli fusse necessaria la compagnia loro in caso non si riconciliasse col re di Francia, tenevano per certo che mai gli abbandonerebbe. Pure, da poi che fu disputato molti dí, rimettendo il vescovo Gurgense qualche parte della sua durezza e i viniziani cedendo piú di quel che aveano destinato alla instanza ardentissima del pontefice, interponendosi medesimamente gli oratori del re d’Aragona, che a tutte le pratiche intervenivano, pareva che finalmente fussino per convenire; pagando i viniziani, per ritenersi con consentimento di Cesare Padova e Trevigi, ma in tempi lunghi, quantitá grandissima di danari.

Rimaneva la causa della riconciliazione tra ’l pontefice e il re di Francia, tra i quali non appariva altra controversia