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libro nono - cap. xiv 69

impeto dell’artiglierie avergli facilmente a costrignere a ritirarsi; e succeduto questo, non solamente rimaneva Ferrara liberata da ogni pericolo ma si ricuperava interamente la riputazione perduta insino a quel dí. Allegavasi, per la medesima opinione, che nel passare con l’esercito per il mantovano si rimoverebbono le scuse del marchese, e gli impedimenti da’ quali affermava essere stato ritenuto a non pigliare l’armi come feudatario di Cesare e soldato del re; e che la dichiarazione sua era molto utile alla sicurtá di Ferrara e molto nociva in questa guerra agli inimici, perdendone comoditá non piccole gli eserciti de’ viniziani di vettovaglie di ponti e di passi di fiumi, e perché il marchese incontinente rivocherebbe i soldati che aveva nel campo della Chiesa. Ma in contrario consigliava il Triulzio, il quale ne’ dí medesimi che la Mirandola si perdette era ritornato di Francia; dimostrando essere pericoloso il cercare di assaltare nella fortezza de’ suoi alloggiamenti l’esercito degli inimici, pernicioso il sottomettersi a necessitá di procedere dí per dí secondo i processi loro. Piú utile e piú sicuro essere il voltarsi verso Modona o verso Bologna: perché se gli inimici, temendo di non perdere qualcuna di quelle cittá, si movessino, si conseguiterebbe il fine che si cercava, di liberare Ferrara dalla guerra; non si movendo, si poteva facilmente acquistare o l’una o l’altra, il che succedendo, maggiore necessitá gli tirerebbe a difendere le cose proprie; e forse che, uscendo di sito sí forte, s’arebbe occasione di ottenere qualche preclara vittoria. Questa era la sentenza del Triulzo: nondimeno, per la inclinazione di Ciamonte e degli altri capitani franzesi a detrarre alla sua autoritá, fu approvato l’altro consiglio; affaticandosene oltre a questo sommamente Alfonso da Esti, perché sperava che gli inimici sarebbono necessitati a discostarsi dal suo stato, il quale afflitto e consumato diceva essere impossibile che sostenesse piú lungamente sí grave peso; perché temeva che se i franzesi s’allontanavano non entrassino le genti inimiche nel Polesine di Ferrara, onde la infermitá di quella cittá, privata di tutto lo spirito che gli rimaneva, irrimediabilmente s’aggravava.