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libro nono - cap. xiii 65

commissione di Ciamonte, Alberto Pio, proponendo vari partiti di composizione; i quali, benché piú volte andasse dall’uno all’altro, furno tentati vanamente, o per la solita durezza sua o perché Alberto, del quale sempre crescevano i sospetti, non negoziasse con la sinceritá conveniente. Stette alla Concordia pochi giorni, riconducendolo all’esercito la medesima impazienza e ardore, il quale non raffreddò punto nel cammino la neve grossissima che tuttavia cadeva dal cielo né i freddi cosí smisurati che appena i soldati potevano tollerargli; e alloggiato in una chiesetta propinqua alle sue artiglierie e piú vicina alle mura che non era l’alloggiamento primo, né gli sodisfacendo cosa alcuna di quelle che si erano fatte e che si facevano, con impetuosissime parole si lamentava di tutti i capitani, eccetto che di Marcantonio Colonna, il quale di nuovo avea fatto venire da Modona: né procedendo con minore impeto per l’esercito, ora questi sgridando ora quegli altri confortando, e facendo colle parole e co’ fatti l’ufficio del capitano, prometteva che se i soldati procedevano virilmente che non accetterebbe la Mirandola con alcuno patto ma lascierebbe in potestá loro il saccheggiarla. Ed era certamente cosa notabile, e agli occhi degli uomini molto nuova, che il re di Francia, principe secolare, di etá ancora fresca e allora d’assai prospera disposizione, nutrito dalla giovanezza nell’armi, al presente riposandosi nelle camere, amministrasse per capitani una guerra fatta principalmente contro a lui; e da altra parte vedere che il sommo pontefice, vicario di Cristo in terra, vecchio e infermo e nutrito nelle comoditá e ne’ piaceri, si fusse condotto in persona a una guerra suscitata da lui contro a cristiani, a campo a una terra ignobile; dove sottoponendosi, come capitano d’eserciti, alle fatiche e a’ pericoli, non riteneva di pontefice altro che l’abito e il nome.

Procedevano, per la sollecitudine estrema per le querele per le promesse per le minaccie, le cose con maggiore celeritá che altrimenti non arebbono fatto; e nondimeno, repugnando molte difficoltá, procedevano lentamente, per il piccolo numero de’ guastatori, perché nell’esercito non erano molte