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libro nono - cap. x 47

andare a unirsi con Ciamonte: per il quale timore le genti della Chiesa si ritirorno in Modona, avendo messo una parte delle fanterie nel borgo che è volto alla montagna. Ma essendo il duca appena mosso, fu necessitato di fermarsi a difendere le cose proprie; perché le genti viniziane, in numero di trecento uomini d’arme molti cavalli leggieri e quattromila fanti, erano venute per acquistare il passo del Po e dipoi unirsi colle genti del pontefice, a campo a Ficheruolo, castello in sul Po, piccolo e debole ma celebrato molto nella guerra che ebbeno i viniziani con Ercole duca di Ferrara, per la lunga oppugnazione di Ruberto da San Severino e per la difesa di Federigo duca di Urbino, capitani famosissimi di quella etá. Ottennonlo i viniziani per accordo avendolo prima battuto con l’artiglierie, e dipoi presono la terra della Stellata che è in su la riva opposita; e avendo libero il passo del Po, non mancava a passare altro che gittare il ponte. Il quale Alfonso, che dopo la perdita della Stellata si era con lo esercito ridotto al Bondino, impediva si gittasse, con artiglierie piantate in su una punta donde facilmente si batteva quel luogo; e scorreva oltre a questo il fiume del Po con due galee. Le quali presto si ritirorono, perché l’armata viniziana, impedita da principio di entrare nel Po perché le bocche del fiume erano guardate per ordine del duca, venuta per l’Adice contr’acqua vi entrò: in modo che dalle due armate de’ viniziani era infestato gravemente il paese di Ferrara. Ma cessò presto questa molestia, perché il duca uscito di Ferrara assaltò quella che, entrata per Primaro, si era condotta a Adria con due galee due fuste e molte barche minori; e rottala senza difficoltá si voltò a quella che non avendo se non fuste e legni minori, entrata per le Fornaci, era venuta alla Pulisella. La quale, volendo per uno rivo vicino ridursi nello Adice, fu impedita di entrarvi per la bassezza dell’acque; donde assaltata e battuta dall’artiglierie degli inimici, la gente che vi era non potendo difenderla l’abbandonò, attendendo a salvare sé e l’artiglierie.

In questi movimenti dell’armi temporali cominciavano a risentirsi da ogni parte l’armi spirituali. Perché il pontefice