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libro nono - cap. ix 39

sentimento del pontefice, per ritornarsene ne’ suoi mari, fu assaltata nel Faro di Messina da gravissima tempesta; andorono a traverso cinque galee, l’altre scorsono verso la costa di Barberia, riducendosi alla fine molto conquassate ne porti de’ viniziani. Non concorsono in questo assalto le forze disegnate per terra: perché le genti che si soldavano di Lunigiana, giudicando per la fama delle provisioni fatte da’ franzesi pericoloso l’entrare nella riviera di levante, non si mossono; e quelle che erano al Bagno della Porretta, scusandosi che i fiorentini avessino denegato loro il passo, non si feciono piú innanzi, ma entrati nella montagna di Modona, che ancora ubbidiva al duca di Ferrara, assaltorono la terra di Fanano: la quale benché nel principio non ottenessino, nondimeno alla fine tutta la montagna, non sperando essere soccorsa dal duca, si arrendé loro.

Cosí non era, insino a questo dí, riuscita al pontefice cosa alcuna tentata contro al re di Francia: perché né le cose di Genova avevano fatto, come egli si era promesso certissimamente, mutazione; né i viniziani, tentata invano Verona, speravano piú di fare progresso da quella parte; né i svizzeri, avendo piú presto mostrate che mosse l’armi, erano passati innanzi; né Ferrara aiutata prontamente dai franzesi, e sopravenendo la stagione del verno, si giudicava che fusse in alcuno pericolo: solamente gli era succeduto furtivamente l’acquisto di Modena, premio non degno di tanti moti. E nondimeno al pontefice, ingannato di tante speranze, pareva che intervenisse quello che di Anteo hanno lasciato gli scrittori fabulosi alla memoria de’ posteri, che quante volte domato dalle forze di Ercole toccava la terra tanto si dimostrava in lui maggiore vigore: il medesimo operavano l’avversitá nel pontefice, che quando pareva piú depresso e piú conculcato risorgeva con l’animo piú costante e piú pertinace, promettendosi del futuro piú che mai; non avendo per ciò quasi altri fondamenti che se medesimo, e il presupporsi (come diceva publicamente) che, per non essere l’imprese sue mosse da interessi particolari ma da mero e unico desiderio della libertá d’Italia, avessino