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congregati a Noion, per la parte del re di Francia, il vescovo di Parigi il gran maestro della sua casa e il presidente del parlamento di Parigi, e per la parte del re cattolico il medesimo di Ceures e il gran cancelliere di Cesare.

L’esito delle quali cose mentre che Lautrech aspetta, si esercitavano continuamente, come è il costume della milizia del nostro secolo, le armi contro agli infelici paesani: perché e Lautrech, gittato il ponte alla villa di Monzambaino, attendeva a tagliare le biade del contado di Verona e a fare correre per tutto i cavalli leggieri, e avendo mandato una parte delle genti ad alloggiare nel mantovano, distruggeva con gravissimi danni quel paese, dalla quale molestia per liberarsi il marchese di Mantova fu contento di pagargli dodicimila scudi; e i soldati di Verona, correndo ogni dí nel vicentino e nel padovano, saccheggiorono la misera cittá di Vicenza. Passò pur poi Lautrech, stimolato con gravissime querele da’ viniziani, l’Adice per il ponte gittato a Usolingo, e fatta per il paese grandissima preda, perché non si era mai creduto che l’esercito passasse da quella parte, si accostò a Verona per porvi il campo; avendo in questo mezzo, con l’aiuto degli uomini del paese, occupata la Chiusa, per fare piú difficile il passare al soccorso che venisse di Germania. Ma il medesimo dí che si accostò a Verona, i fanti tedeschi, o spontaneamente o subornati da lui tacitamente, ancora che sostentati giá tre mesi colle pecunie de’ viniziani, protestorno non volere, ove non era l’interesse principale del re di Francia, andare all’espugnazione di una terra posseduta da Cesare. Però Lautrech, ripassato l’Adice, si allontanò uno miglio dalle mura di Verona; e l’esercito veneto, nel quale erano cinquecento uomini d’arme cinquecento cavalli leggieri e quattromila fanti, non gli parendo stare sicuro di lá dal fiume, andò a unirsi con lui.

Nel qual tempo i deputati de’ due re convennero, il quintodecimo dí di agosto, a Noion, in questa sentenza: che tra il re di Francia e il re di Spagna fusse pace perpetua e confederazione, per difensione degli stati loro contro a ciascuno: