Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/394

388 storia d'italia

come inclinati al nome dello imperio per lo studio della fazione e per essere nello esercito tanti della medesima parte.

Cesare intratanto si pose con l’esercito a Lambrá, vicino a due miglia a Milano; dove essendo, arrivorno a Milano i svizzeri: i quali, mostrandosi pronti a difendere quella cittá, recusavano di volere combattere con gli altri svizzeri. La venuta loro rendé gli spiriti a’ franzesi, ma molto maggiore terrore dette a Cesare. Il quale, considerando l’odio antico di quella nazione contro alla casa di Austria, e ritornandogli in memoria quello che, per trovarsi i svizzeri in tutti due gli eserciti oppositi, fusse accaduto a Lodovico Sforza, cominciò a temere che a sé non facessino il medesimo; parendogli piú verisimile ingannassino lui, che aveva difficoltá di pagargli, che i franzesi, a’ quali non mancherebbono i danari né per pagargli né per corrompergli: e accrescevagli la dubitazione che Iacopo Stafflier, capitano generale de’ svizzeri, gli aveva con grande arroganza domandata la paga; la quale, oltre alle altre difficoltá, si differiva perché, venendogli danari di Germania, gli erano stati ritenuti da’ fanti spagnuoli che erano in Brescia, per pagarsi de’ soldi corsi. Però commosso maravigliosamente dal timore di questo pericolo, levato subito l’esercito, si ritirò verso il fiume dell’Adda: non dubitando alcuno che se tre dí prima si fusse accostato a Milano, il quale tempo dimorò intorno ad Asola, i franzesi molto piú ambigui e incerti della venuta de’ svizzeri sarebbono ritornati di lá da’ monti; anzi non si dubita, che se cosí presto non si partivano, o che i franzesi, non si confidando pienamente de’ svizzeri per il rispetto dimostravano a quei che erano con Cesare, arebbono seguitato il primo consiglio, o che i svizzeri medesimi, presa scusa dal comandamento de’ suoi superiori che giá era espedito, arebbono abbandonato i franzesi.

Passò Cesare il fiume dell’Adda non lo seguitando i svizzeri; i quali, protestando di partirsi se non erano pagati tra quattro dí, si fermorno a Lodi; dando continuamente Cesare, che si era fermato nel territorio di Bergamo, speranza de’ pagamenti, perché diceva aspettare nuovi danari dal re di In-