Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/328

322 storia d'italia

facevano infiniti danni per il paese. E si doleva il re che il papa non lo volesse in Italia, e che gli altri príncipi non lo volessino in Francia.

In queste difficoltá e in tanta perplessitá delle cose, cominciò ad aprirgli la via alla sua sicurtá e alla speranza di ritornare nella pristina potenza e riputazione la indegnazione incredibile che ricevette il re di Inghilterra della tregua rinnovata dal suocero, contro a quello che molte volte gli aveva promesso, di non fare piú senza suo consentimento convenzione alcuna col re di Francia; della quale ingiuria lamentandosi publicamente, e affermando essere stato ingannato dal suocero tre volte, si alienava ogni dí piú da’ pensieri di rinnovare la guerra contro a franzesi. La quale cosa pervenuta a notizia del pontefice, mosso o dal sospetto che il re di Francia, in caso fusse molestato da lui, non facesse la pace e il parentado (come continuamente minacciava) con gli altri due re, o perché, pensando che a ogni modo avesse a succedere la pace tra loro, desiderasse con lo interporsene acquistare qualche grado col re di Francia, di quello che non era in potestá sua di proibire, cominciò a confortare il cardinale eboracense che persuadesse al suo re che, contento della gloria guadagnata, e avendo in memoria che corrispondenza di fede avesse trovata in Cesare, nel re cattolico e ne’ svizzeri, non travagliasse piú con l’armi il reame di Francia. Certo è che, essendo dimostrato al pontefice che come il re di Francia si fusse assicurato della guerra di Inghilterra moverebbe le armi contro al ducato di Milano, rispondeva: conoscere questo pericolo, ma aversi anche a considerare il pericolo che partorirebbe da ogni banda; ed essere, in materie sí gravi, troppo difficile il bilanciare le cose sí perfettamente e trovare consiglio che fusse totalmente netto da questi pericoli: restare in ogni evento allo stato di Milano la difesa de’ svizzeri, ed essere necessario, in deliberazioni tanto incerte e tanto difficili, rimetterne una parte all’arbitrio del caso e della fortuna.

Come si sia, cominciò presto, o per l’autoritá del pontefice o per inclinazione propria delle parti, a nascere pratica d’ac-