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non mancare di fare con ogni studio tutti gli offici perché i svizzeri si disponessino alla sua volontá; ma quando pure stessino pertinaci, esortare paternamente lui a piegarsi, e a obbedire a’ tempi e alla necessitá; e per tutti gli altri rispetti, e per non levare la scusa a lui di discostarsi dalla congiunzione degli inimici.

Conosceva il re essere vere queste ragioni, benché si lamentasse che il pontefice avesse mescolato tacitamente le minaccie con le persuasioni, e confessava essere necessitato a fare qualche deliberazione che gli diminuisse il numero degli inimici; ma aveva fisso nell’animo sottoporsi piú tosto a tutti i pericoli che cedere le ragioni del ducato di Milano; confortandolo a questo medesimo il suo consiglio e tutta la corte, a quali benché fusse molestissimo che il re facesse piú guerra in Italia, nondimeno, avendo rispetto alla degnitá della corona di Francia, era molto piú molesto che e’ fusse cosí ignominiosamente sforzato a cederle. Simile pertinacia era nelle diete de’ svizzeri; a’ quali benché il re offerisse di pagare di presente quattrocentomila ducati, e poi in vari tempi ottocentomila, e che il cardinale sedunense e molti de’ principali, considerando il pericolo imminente se il re di Francia si congiugnesse con Cesare e col re cattolico, fussino inclinati ad accettare queste condizioni, nondimeno la moltitudine, inimicissima del nome franzese, e che superba per tante vittorie si confidava di difendere contro a tutti gli altri príncipi uniti insieme il ducato di Milano, e appresso alla quale era giá molto diminuita l’autoritá di Sedunense, e sospetti gli altri capi per le pensioni solevano ricevere dal re di Francia, insisteva ostinatissimamente nella ratificazione dell’accordo di Digiuno; anzi, concitata da grandissima temeritá, trattava di entrare di nuovo in Borgogna: benché, opponendosi a questo Sedunense e gli altri capi, non con manifesta autoritá ma con vari artifici e modi indiretti, traportavano di dieta in dieta questa deliberazione.

Però il re di Francia, non essendo né offeso né assicurato da loro, non cessava di continuare la pratica del parentado col re cattolico; nella quale, come altra volta, era la principale