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libro duodecimo - cap. i 303

quale, mosso molto piú dallo interesse proprio, perché le avversitá di Francia erano pericolose al regno suo, si preparava con grande prontezza, non avendo dimandato dal re altro che cinquantamila franchi per comperare vettovaglie e munizioni. Nondimeno, a fare queste provisioni era il re di Francia proceduto con tarditá; perché aveva volto i pensieri alla impresa di Milano, e per la negligenza solita, e per l’ardire che vanamente aveva preso per la tregua fatta col re cattolico.

Consumoronsi per il re di Inghilterra, in questi apparati, molti mesi: perché essendo i sudditi suoi stati molti anni senza guerra, ed essendo molto variati i modi di guerreggiare, e inutili gli archi e l’armadure che usavano ne’ tempi precedenti, era necessitato il re fare grandissima provisione di armi di artiglierie e di munizioni, condurre come soldati esperti molti fanti tedeschi, e per necessitá molti cavalli, perché il costume antico degli inghilesi era di combattere a piede. Però, non prima che del mese di luglio passorono gli inghilesi il mare; e stati piú dí in campagna presso a Bologna, andorono a campo a Terroana, terra posta in su’ confini di Piccardia, e in quegli popoli che da’ latini sono chiamati morini. Passò poco dipoi la persona del re, che aveva in tutto il suo esercito cinquemila cavalli da combattere e piú di quarantamila fanti: con la quale moltitudine postosi intorno luogo piccolo, e circondato, secondo l’antico costume degli inghilesi, l’alloggiamento loro con fossi con carra e con ripari di legname, e munito intorno intorno d’artiglierie, e in modo pareva fussino in una terra murata, attendevano a battere con l’artiglierie la terra da piú parti e a travagliarla con le mine; ma non corrispondendo con la virtú a tanti apparati né alla fama della ferocia loro, non gli davano l’assalto. Erano in Terroana, bene munita di artiglierie, dugento cinquanta lancie e dumila fanti, presidio piccolo ma non senza speranza di soccorso, perché il re di Francia, attendendo a raccorre sollecitamente l’esercito destinato, di dumila cinquecento lancie diecimila fanti tedeschi, guidati dal duca di Ghelleri, e diecimila fanti del regno, era