Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/231


libro undecimo - cap. iii 225

spogliati di riputazione e di facoltá, quando volessino eccedere il grado privato: doversi considerare in che modo potesse resistere la cittá all’autoritá e alle forze di tanta lega; sola non essere bastante, Italia tutta inimica, perduta interamente la speranza di essere soccorsi da’ franzesi; i quali, abbandonata vilmente Italia, avevano che fare a difendere il reame loro, e consci della loro debolezza avevano alle dimande fatte da’ fiorentini risposto essere contenti che si facesse accordo con la lega. Altri in contrario dicevano essere cosa ridicola a credere che tanto moto si facesse per odio solamente del gonfaloniere, o perché i Medici potessino stare in Firenze come privati cittadini; altra essere la intenzione de’ collegati, i quali, per avere la cittá unita alle voglie loro e poterne trarre quantitá grandissime di danari, non avevano altro fine che collocare i Medici nella tirannide ma palliare la loro intenzione con dimande meno acerbe, le quali contenevano nondimeno l’effetto medesimo. Perché, che significare altro il rimuovere in questo tempo, con le minaccie e con lo spavento delle armi, il gonfaloniere di palagio, che lasciare la gregge smarrita senza pastore? che altro, entrare in Firenze i Medici in tanto tumulto, che alzare uno vessillo il quale seguitassino coloro che non pensavano ad altro che a spegnere il nome la memoria le vestigie del consiglio grande? il quale annullato era annullata la libertá; e come si potrebbe ovviare che i Medici, accompagnati fuora dall’esercito spagnuolo e seguitati dentro dagli ambiziosi e sediziosi, non opprimessino, il dí medesimo che entrassino in Firenze, la libertá? Doversi considerare quel che potessino partorire i princípi delle cose e il cominciare a cedere alle dimande ingiuste e perniciose; né si dovere tanto temere de’ pericoli che si dimenticassino della salute della cittá, e quanto fusse acerbo il vivere in servitú a chi era nato e allevato in libertá. Ricordassinsi con quanta generositá si fussino, per conservare la libertá, opposti a Carlo re di Francia quando era in Firenze con esercito tanto potente; e considerassino quanto era piú facile resistere a sí piccola gente, privata di danari, senza provisione di vettovaglie, con pochi pezzi