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la sedia apostolica e la persona sua da tanti pericoli: avere affaticato assai per la esaltazione della Chiesa e per la libertá d’Italia, e acquistato gloria anche della sua santa intenzione; essergli stata, in cosí pietosa impresa, avversa, come si era veduto per tanti segni, la volontá di Dio, alla quale volersi opporre non essere altro che mettere tutta la Chiesa in ultima ruina: appartenere piú a Dio che a lui la cura della sua sposa; però rimettessesene alla volontá sua e, abbracciando la pace secondo il precetto dello evangelio, traesse di tanti affanni la sua vecchiezza, lo stato della Chiesa e tutta la sua corte, che non bramava né gridava altro che pace: essere da credere che giá i vincitori si fussino mossi per venire a Roma, co’ quali sarebbe congiunto il suo nipote; congiugnerebbonsi medesimamente Ruberto Orsino Pompeio Colonna Antimo Savello Pietro Margano e Renzo Mancino (questi si sapeva che, ricevuti danari dal re di Francia, si preparavano, insino innanzi alla giornata, per molestare Roma): a’ quali pericoli che altro rimedio essere che la pace? Da altra parte, gli imbasciadori del re d’Aragona e del senato viniziano facevano in contrario gravissima instanza, sforzandosi persuadergli non essere le cose tanto afflitte né ridotte in tanto esterminio, né cosí dissipato l’esercito che non si potesse in brevissimo tempo né con grave spesa riordinare: sapersi pure, il viceré essersi salvato con la maggiore parte de’ cavalli; essersi partita dal fatto d’arme ristretta insieme in ordinanza la fanteria spagnuola, la quale se fusse salva, come era verisimile, ogni altra perdita essere di piccolo momento; né aversi da temere che i franzesi potessino venire verso Roma cosí presto che non avesse tempo a provedersi, perché era necessario che alla morte del capitano fussino accompagnati molti disordini e molti danni, ed essere per tenergli sospesi il sospetto de’ svizzeri, i quali non essere piú da dubitare che si dichiarerebbono per la lega e scenderebbono in Lombardia; né si potere sperare di ottenere la pace dal re di Francia se non con condizioni ingiustissime e piene di infamia, e aversi a ricevere anche le leggi dalla superbia di Bernardino Carvagial e dalla insolenza di