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libro decimo - cap. x 169

avendo a combattere co’ soldati viniziani manifestamente inferiori di numero e di virtú, perché della moltitudine del popolo inesperta alla guerra, e che giá pensava piú alla fuga che alla battaglia, non era da tenere conto alcuno; anzi si poteva sperare che cominciandosi per la viltá a disordinare sarebbono cagione che tutti gli altri si mettessino in disordine: supplicandogli in ultimo che, avendogli scelti per i piú valorosi di cosí fiorito esercito, non facessino vergogna a se stessi né al giudicio suo; e che considerassino quanto sarebbono infami e disonorati se, facendo professione di entrare per forza nelle cittá inimiche contro a’ soldati contro all’artiglierie contro alle muraglie e contro a’ ripari, non ottenessino al presente, avendo l’entrata sí patente né altra opposizione che d’uomini soli. Dette [queste] parole, cominciò, precedendo i fanti agli uomini d’arme, a uscire del castello; all’uscita del quale avendo trovati alcuni fanti che con artiglierie tentorno di impedirgli l’andare innanzi, ma avendogli fatti facilmente ritirare, scese ferocemente per la costa in sulla piazza del palagio del capitano detto il Burletto, nel quale luogo le genti viniziane, ristrette insieme, ferocemente l’aspettavano: ove venuti alle mani, fu per lungo spazio molto feroce e spaventosa la battaglia, combattendo l’una delle parti per la propria salute l’altra non solo per la gloria ma eziandio per la cupiditá di saccheggiare una cittá piena di tante ricchezze, né meno ferocemente i capitani che i soldati privati; tra’ quali appariva molto illustre la virtú e la fierezza di Fois. Finalmente furno cacciati dalla piazza i soldati viniziani, avendo fatto maravigliosa difesa. Entrorno dipoi i vincitori divisi in due parti, l’una per la cittá l’altra per la cittadella; a’ quali quasi in su ogni cantone e in su ogni contrada era fatta egregia resistenza da’ soldati e dal popolo, ma sempre vittoriosi spuntorno gli inimici per tutto; non mai attendendo a rubare insino non occuporno tutta la terra; cosí aveva, innanzi scendessino, comandato il capitano; anzi se niuno preteriva quest’ordine era subitamente ammazzato da gli altri. Morirono in queste battaglie dalla parte de’ franzesi molti fanti né pochi uomini